AVVENTO TEMPO DI ATTESA

XV Domenica del Tempo Ordinario – 2024

“SCELTI E INVIATI A DUE A DUE COME FRATELLI” 

Il tema ricorrente nei testi della 15^ domenica del Tempo  Ordinario è chiaramente quello della “missione”, nel senso che la  parola ha nell’originale latino “missio”, e cioè “invio”, “atto di inviare,  mandare”: Dio manda i suoi profeti al popolo di Israele, in  questo caso il profeta Amos (1^ lettura).  

Gesù Cristo manda i suoi dodici Apostoli per la prima missione  apostolica, come ci ricorda il Vangelo di Marco: “Gesù chiamo a sé i  Dodici e prese a mandarli a due a due”. Non sono inviati come dei  solitari, ma insieme, in una esperienza di comunione e  condivisione. Sono spogliati di tutto, tranne che della fraternità. Si  può infatti annunciare con verità il mistero di un Dio che è Padre, e  che vuole una comunione nella pace tra tutti i suoi figli, solo  sapendo camminare insieme, a due a due, come fratelli riconciliati.  Scegliendo questa forma di invio Gesù desidera liberarci soprattutto  dal male dell’isolamento e della divisione, offrendoci di vivere  relazioni riconciliate, di fraternità e di comunione tra di noi.  

La buona notizia (= il Vangelo) che siamo chiamati a portare  con la parola e la vita è che Dio ci libera dal male, in qualsiasi forma  esso minacci la nostra esistenza. All’inizio della nostra vita – ci  ricorda il testo di San Paolo agli Efesini nella 2^ lettura – c’è la  benedizione di Dio, il suo desiderio di dire e di realizzare il nostro  bene.  

Questa è la nostra vocazione: Dio ci chiama ad essere, in  Cristo, santi e immacolati di fronte a lui nell’amore. Ci chiama ad  essere per lui figli adottivi, mediante Gesù Cristo. “In Cristo  abbiamo la redenzione, il perdono delle colpe, secondo la ricchezza  della sua grazia”. La santità, più che frutto del nostro impegno,  è risposta al dono d’amore di Dio che ci precede.  

 don Francesco, vostro parroco 

XIV Domenica del Tempo Ordinario – 2024

“VENNE TRA I SUOI, E I SUOI NON L’HANNO ACCOLTO” 

Il Vangelo della 14^ domenica del Tempo Ordinario ci racconta  l’incontro tra Gesù e i suoi concittadini a Nazareth, là dove è cresciuto. Una domanda sorge scontata leggendo il testo dell’evangelista Marco:  “Gli abitanti di Nazareth avevano conosciuto veramente Gesù?”.  

Anche la risposta è altrettanto scontata: assolutamente no! Fino  a pochi mesi prima, egli era stato per trent’anni in mezzo a loro come  “il falegname, il figlio di Maria”, con una parentela ben nota a tutti.  Sicuramente per essi era un giovane lavoratore, religioso, bravo,  onesto, gentile. Quando però lo vedono “insegnare nella sinagoga” e  sentono il racconto dei suoi prodigi, restano stupiti e sospettosi, fino a  rimanere scandalizzati. Gesù, che si meraviglia “della loro incredulità”, fa l’amara esperienza del profeta disprezzato “in patria, tra i suoi  parenti e in casa sua”.  

A Nazareth Gesù non può compiere miracoli, perché per  accogliere questi sono necessari cuori aperti alla fede. Mi ritorna  alla mente un versetto tratto dal Prologo del Vangelo di Giovanni:  “Venne fra la sua gente, e i suoi non l’hanno accolto!”  

Lo stupore iniziale, invece di diventare fede entusiasta, si tramuta  in scetticismo ed incredulità, che affonda le sue radici nell’incapacità di  riconoscere la presenza e l’azione di Dio in ciò che è umile e  quotidiano.  

Lo “scandalo”, inteso qui come ostacolo a credere, deriva dal fatto  che Gesù non rispondeva alla loro immagine di Dio: un Dio che, se si  manifesta, deve farlo in modo evidente e spettacolare. Gesù non  ricerca assolutamente questo “palcoscenico”. E proprio l’incredulità  che tocca con mano in mezzo alla “sua” gente, lo blocca. Corriamo  anche noi lo stesso pericolo dei concittadini di Gesù? 

 don Francesco, vostro parroco 

XIII Domenica del Tempo Ordinario 2024

“NON TEMERE, SOLTANTO ABBI FEDE!” 

Nel brano evangelico della 13^ domenica del Tempo Ordinario  sono raccontati due miracoli di “rinascita” compiuti da Gesù: la figlia  di Giairo, riportata in vita e la guarigione della donna, che aveva  perdite di sangue. 

Davanti al dolore Gesù non resta mai indifferente. Un papà  angosciato lo supplica di guarire la figlia dodicenne, ormai in fase  terminale. Tra la folla una donna, che da dodici anni moriva  lentamente per perdite di sangue, gli si avvicina furtiva, gli tocca il  mantello e guarisce. Intanto arriva al padre la notizia che la figlia è  morta. Ogni speranza è persa, ma non per Gesù. Nonostante la  derisione della gente, egli entra in casa, prende per mano la ragazza,  la fa rialzare e con tenerezza materna dice di darle da mangiare.  Potente è la forza della fede! Alla donna Gesù dice: “Figlia, la tua  fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male”; al papà:  “Non temere, soltanto abbi fede!” 

Gesù ci ricorda che “Dio non ha creato la morte e non gode  per la rovina dei viventi. Egli infatti ha creato tutte le cose perché  esistano. Dio ha creato l’uomo per l’immortalità”. Ce lo ricorda e ce  lo ripropone con la sua vita “passata beneficando e risanando tutti  coloro che stavano sotto il potere del Male”. 

Nei momenti in cui la morte ci avvicina, ci sfiora o ci colpisce,  quando ci viene istintivo pensare che Dio ci stia castigando o  punendo, pensiamo a Gesù lungo le strade della Palestina: ha  sempre mostrato compassione nei confronti di chi soffriva, si è fatto  vicino ai poveri, ai dimenticati, prendendo su di sé le sofferenze di  tutti. Ha soccorso tutti e donato salute e vita. Il Vangelo ci narra che  la guarigione dalla morte e dalla malattia è sempre l’esito di un  cammino di fede, nel quale si riconosce la potenza salvifica di Cristo. 

 don Francesco, vostro parroco 

XII Domenica del Tempo Ordinario – 2024

“SALDI NELLA TEMPESTA: GESU’ E’ CON NOI!” 

Nel brano evangelico della 12^ domenica del Tempo  Ordinario, Gesù con autorità fa cessare il vento e calma il mare in  tempesta. 

Gesù pone anche a noi, come ai discepoli, una domanda:  “Perché avete paura?” E’ un interrogativo più che mai attuale  anche nel contesto contemporaneo, fatto di tante sfide, e di grande  incertezza circa il futuro; un interrogativo che mette alla prova la  nostra fede e ci provoca a verificare il nostro rapporto con il Signore  della vita. Il mare della storia è così agitato oggi, ci sono grandi  tempeste e ci sentiamo tanto vulnerabili. Ma non siamo soli: c’è  Gesù sulla “nostra” barca. Anche se la sua presenza spesso è  impercettibile, lui non scende mai dalla barca. E non c’è nessuna  tempesta che non sia sotto la sua signoria, la sua autorità.  Anzi, sul suo amore misericordioso sempre s’infrange  l’orgoglio delle onde del male. Allora, perché abbiamo paura?  Perché temiamo?  

Oggi, consegniamo a Gesù la paura che ci logora e spegne  in noi l’amore, che ci fa talvolta trascinare l’esistenza senza  speranza, che ci fa chiudere a riccio nei confronti del prossimo.  Crediamolo con tutta la fede di cui siamo capaci: per pura  misericordia Gesù verrà a sostenerci nella fede, perché la nostra  fede sia gioiosa e luminosa in Lui, vincitore di ogni male.  

Davvero “se uno è in Cristo, è una creatura nuova: le cose  vecchie sono passate, ne sono nate di nuove!”. E’ uno che, in  Cristo, tende la mano e ridona speranza a chiunque abbia perduto  il coraggio nelle tempeste del nostro tempo. Rallegriamoci  

perché in questa Eucaristia Gesù ci fa partecipi della sua vittoria  pasquale sul peccato e sulla morte, placa le tempeste della nostra  vita e dà pace e gioia al nostro cuore. 

 don Francesco, vostro parroco 

XI Domenica del Tempo Ordinario 2024

 “QUALE LOGICA SCEGLIAMO?” 

Nel brano evangelico di Marco dell’11^ domenica del Tempo  Ordinario, Gesù ci presenta un terreno fecondo quale luogo della  rivelazione del Regno di Dio. Gesù insegna che tale Regno non  cresce secondo i nostri criteri o la nostra logica: assomiglia, invece,  al seme gettato in terra che germoglia e cresce, notte e giorno.  Come, il contadino non lo sa.  

Le parabole del seme e del granello di senape (quest’ultimo è  un seme talmente piccolo, da sembrare insignificante) ci  insegnano che, nonostante le difficoltà, il Regno di Dio si  realizzerà, secondo tempi e modi che solo Dio conosce, di cui però  anche noi possiamo diventare strumenti preziosi, per alimentarne  il cammino e contribuire nel nostro piccolo alla sua realizzazione,  attraverso la nostra fede, speranza e carità. Dio non è assente  dalla storia, ma la domina dal di dentro.  

E noi possiamo essere suoi collaboratori se ci mettiamo al  servizio della forza irresistibile del Vangelo. Una domanda si  impone: noi che “logica” scegliamo in questa avventura che è la  vita terrena? Quella del potere umano o quella dell’umiltà che ci ha  insegnato Gesù?  

E’ su questa scelta, sull’amore, che saremo giudicati quando  ci presenteremo davanti a Dio, al termine della nostra esistenza,  per poter ereditare la gioia eterna. Certo non può essere figlio del  Regno chi non apprende i tempi della fede e la pazienza della  speranza. 

Un seme germoglia, diventa fiore, diventa frutto, se una  buona terra, se un buon concime lo nutrono. Terra e concime non  vedranno il frutto e il fiore non saprà mai chi ringraziare, ma il  miracolo sarà compiuto. Io posso essere buona terra, buon  concime se in mezzo alla gente, porto la mia presenza di preghiera. 

(Ernesto Olivero, fondatore del SERMIG) 

don Francesco, vostro parroco

X Domenica del Tempo Ordinario 2024

“GESU’ HA LO SPIRITO SANTO E LIBERA L’UOMO  DAL MALE PERSONIFICATO” 

Nel brano evangelico di Marco, proprio di questa 10^ domenica  del Tempo Ordinario, Gesù si esprime “in parabole”, di fronte alla  calunnia degli scribi, che affermano che è posseduto dal principe dei  demoni, così come davanti ai suoi discepoli, che lo ritengono “fuori  di sé”. Circa l’azione dello Spirito Santo e la sua efficacia nella vita  delle persone la posizione del Maestro di Nazareth è molto chiara e  precisa: Gesù sa che gli uomini avranno bisogno di farsi illuminare dallo Spirito Santo Consolatore, se vorranno accogliere la verità e  riconoscere lui stesso come Salvatore.  

Lo Spirito Santo ci offre il dono del discernimento per compiere  scelte secondo la volontà di Dio, che tutto guida per la nostra  salvezza. Lo Spirito di Dio è il buon consigliere quando siamo tentati  dal Male, il quale si compiace di mettere l’uno contro l’altro e l’uomo  contro Dio (come ci fa capire la 1^ lettura, raccontandoci il peccato  originale). 

San Paolo, scrivendo ai cristiani di Corinto, ci invita a togliere  dal nostro cuore lo scoraggiamento e ad ampliare il nostro orizzonte  in vista del bene che ci consegnerà un giorno una “quantità smisurata  ed eterna di gloria”. Chi ci sostiene in questo travaglio terreno? Lo 

Spirito Santo! Egli ci insegni a confidare sempre nella fedeltà di Dio  e ad affrontare il tempo che ci sta davanti nella certezza che Lui guida  i nostri passi orientando al bene il nostro cammino. 

Fissiamo il nostro sguardo su Gesù Salvatore, che ci libera dal  demonio per mezzo dello Spirito Santo e che, risuscitato da Dio, ci  garantisce la vittoria sul male. Oggi ravviviamo la nostra fede in  Gesù: solo in Lui abbiamo il dono gratuito e liberante del perdono. 

  

don Francesco, vostro parroco

Santissima Trinità 2024

GLORIA AL PADRE, AL FIGLIO E ALLO SPIRITO SANTO 

Dio è comunione perfetta di amore tra il Padre, il Figlio e lo Spirito  Santo. E noi siamo immersi nel mistero di questo amore trinitario, a  partire dal Sacramento del Battesimo, ricevuto in dono. L’autore del  Deuteronomio (1^ lettura) narra l’amore gratuito di Dio verso Israele:  gli ha rivolto la parola, lo ha liberato dalla schiavitù d’Egitto, si è  manifestato a lui sul Sinai, lo ha soccorso nelle dure prove del deserto.  Israele è chiamato a corrispondere alla fedeltà di Dio, abbandonando  l’idolatria e osservando le sue leggi. 

Nel testo dell’evangelista Matteo, Gesù il Risorto, investito  dell’autorità divina, dà il mandato universale alla sua Chiesa,  rappresentata dagli Undici. Predicare il Vangelo e battezzare nel nome  del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo è la missione della Chiesa,  che è sostenuta e accompagnata dal Risorto con la potenza dello  Spirito Santo, che le dà gioia in mezzo alle fatiche e alle tribolazioni  dell’apostolato. Le ultime parole di Gesù riportate dall’evangelista a  conclusione del suo racconto sono una promessa agli apostoli, ricolma  di consolazione e di speranza: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino  alla fine del mondo”. 

L’apostolo Paolo nella 2^ lettura afferma che lo Spirito fa sì che  possiamo nella preghiera chiamare Dio “Padre” (Abbà). 

Preghiera alla Santissima Trinità 

O Trinità divina, Padre, Figlio e Spirito Santo, presente e operante  nella Chiesa e nella profondità della mia anima, io ti adoro, ti ringrazio,  ti amo! E per le mani di Maria Santissima, madre mia, offro, dono e  consacro a te tutto me stesso, per la vita e per l’eternità. (B. Giacomo 

Alberione)  

  

don Francesco, vostro parroco 

Solennità di Pentecoste 2024

SANTO SPIRITO, ACCENDI IN NOI IL FUOCO DEL TUO AMORE 

La solennità della Pentecoste ha un’origine ebraica: veniva  celebrata sette settimane dopo la Pasqua, come festa di  ringraziamento. Il cristianesimo a Pentecoste celebra la discesa dello  Spirito Santo sugli Apostoli e Maria riuniti nel cenacolo, il momento in  cui la Chiesa, già fondata da Cristo, inizia la sua missione di portare il  Vangelo. 

A Pasqua abbiamo celebrato la Risurrezione del Signore, dono di  speranza; a Pentecoste celebriamo il dono di Grazia che rinforza le  virtù teologali (fede, speranza e carità) nel cuore e nello spirito degli  uomini.  

Al centro di questa importante solennità vi è il mistero di Dio, che  ha riscattato il mondo nel Figlio suo, e il mistero della Chiesa, Corpo di  Cristo. La Pentecoste non rievoca semplicemente un avvenimento  passato, ma celebra Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, che si manifesta  giorno dopo giorno sulla terra e che si rivelerà pienamente quando  ritornerà il Figlio dell’uomo. La Pentecoste avviene ogni giorno per  coloro che, nel nome del Signore, pregano il Padre di concedere loro  lo Spirito Santo, promesso dal Figlio. 

Chiediamo il dono dello Spirito Santo, perché senza di lui: Dio  è lontano, il Cristo regna nel passato, Il Vangelo è lettera morta, la  Chiesa una semplice organizzazione, l’autorità una dominazione, la  missione una propaganda, il culto un’evocazione e l’agire cristiano una  morale da schiavi. Ma in lui il Cristo risuscitato è presente, il Vangelo  è potenza di vita, la Chiesa diventa comunione trinitaria, l’autorità è  servizio liberatore, la missione è Pentecoste, la liturgia è memoriale e  anticipazione, l’agire umano è benedetto da Dio (metropolita Ignatios  di Latakia). 

 don Francesco, vostro parroco

Ascensione del Signore – 2024

ASCESO AL CIELO, PER SEMPRE CON NOI 

Il mistero dell’Ascensione, che oggi celebriamo, ha un duplice  significato: cristologico ed ecclesiale. 

Cristologico, perché ci fa contemplare Gesù, che nella sua  glorificazione pasquale, siede presso il Padre. 

Ecclesiale, perché colui che ascende al cielo, dopo esserne disceso,  consegna alla comunità i suoi doni, come afferma la lettera agli  Efesini: “A ciascuno di noi è stata data la grazia, secondo la misura  del dono di Cristo!”  

Sono doni legati in modo speciale all’annuncio della Parola:  suscitano infatti nella comunità apostoli, profeti, evangelisti, pastori,  che nutrono il gregge con il loro insegnamento. Il Vangelo di Marco  conferma questa prospettiva: il Signore ascende al cielo, ma  continua ad operare insieme ai suoi discepoli, inviati ad annunciare  a tutti il regno di Dio. 

Il Risorto rimane presente nell’agire della comunità,  confermando la Parola che essa annuncia con i prodigi e i segni che  l’accompagnano. Segni e prodigi che dicono che nell’impegno dei  discepoli continua ad essere presente la grazia del Risorto. “Perché  state a guardare il cielo?” domandano gli angeli ai discepoli. Più che  contemplare il cielo, dobbiamo scrutare i segni del Risorto in mezzo  a noi, riconoscere la sua presenza e annunciarla ai fratelli con la  testimonianza del Vangelo.  

PER ME VIVERE E’ CRISTO: La fede ci chiede di stare davanti  all’Eucaristia con la consapevolezza che siamo davanti a Cristo  stesso. L’Eucaristia è mistero di presenza, per mezzo del quale si  realizza in modo sommo la promessa di Gesù di restare con noi fino  alla fine del mondo (San Giovanni Paolo II) 

don Francesco, vostro parroco 

VI Domenica di Pasqua 2024

“AMIAMOCI” PERCHE’ L’AMORE E’ DA DIO 

Mentre il Tempo pasquale sta per raggiungere la sua pienezza nella  celebrazione della Pentecoste con il dono dello Spirito Santo, siamo  raggiunti oggi da un forte e accorato invito all’amore vicendevole.  

Gli Atti degli Apostoli ci ricordano che la salvezza di Cristo non è  riservata a un piccolo popolo, ma è un’offerta universale, destinata a tutti:  l’amore di Dio, infatti, supera ogni barriera e ogni distinzione di spazio e  di tempo. 

San Giovanni ci ricorda che l’origine dell’amore sta in Dio: non  potremo mai comprendere che cosa voglia dire “amare”, se non  guardiamo a Gesù e al suo modo di amare per poterlo incarnare nella  nostra vita. E perché tutto questo possa realizzarsi, è necessario  rimanere in Gesù, accogliere il suo stile di vita e farlo nostro, osservando  i suoi comandamenti.  

Quanto proposto da Gesù è un itinerario estremamente  impegnativo, ma che dona una grande pace al cuore: pace di sapersi  nella volontà del Padre e vivere a sua immagine e somiglianza. L’amore  di Dio esalta la vita, esalta l’uomo al di là di ogni differenza di etnia, di  carattere, di pensiero. L’amore di Dio è veramente universale. Così deve  essere il nostro amore per essere autentico. Gesù è il vero modello del  nostro amore per gli altri: “Amatevi, come io ho amato voi”! Non vi sono  altre strade per essere buoni discepoli. 

Signore mio, quanto sei grande! La forza del tuo amore ci riempie e  ci avvolge. Tu che conosci le nostre debolezze, abbi pietà di noi; rendi il  nostro cuore simile al tuo, capace di placare ogni rancore, perdonare le  offese ricevute, aiutare chi è nel bisogno, fare del bene a tutti, senza  pretendere nulla. 

don Francesco, vostro parroco

V Domenica di Pasqua 2024

“IO SONO LA VITE, VOI I TRALCI” 

Dopo aver affermato di essere il “Buon Pastore”, Gesù utilizza  una seconda immagine, quella della vite, per indicare con un simbolo  la propria identità. Gesù qualifica se stesso come la vite, quella vera,  e identifica il nuovo Israele, la Chiesa, come i suoi tralci. Se siamo  uniti a Lui la nostra vita è feconda e porta frutti, se invece siamo  distaccati da lui siamo come rami secchi e infruttuosi, destinati al  fuoco.  

Le parole di Gesù sono categoriche: “Senza di me, non potete  far nulla!”. Non dice che faremo cose male o a metà, ma che non  faremo proprio nulla. Quindi possiamo correre dalla mattina alla sera,  fare mille cose, impegnarci lodevolmente in molte attività, ma se tutto  questo è fatto senza di Lui, è sterile, vuoto, insignificante. 

La vite, simbolo di benedizione, felicità e fecondità, è così  attribuita da Gesù a sé e ai suoi discepoli, per mostrare che  rimanendo in Lui i frutti saranno abbondanti, ogni richiesta sarà  esaudita, perché corrispondente alla volontà del Signore, e si verrà  innestati nella stessa vita divina (Vangelo).  

E’ quanto afferma, in altri termini, San Giovanni apostolo, che, nel testo della seconda lettura, sostiene che “qualunque cosa  chiediamo, la riceviamo dal Signore, perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo quello che gli è gradito” (2^ lettura). 

Il primo frutto che la Parola di Dio identifica nella prima comunità  cristiana, quella descritta da Luca nel libro degli Atti, è una profonda  unità di cuore e d’intenti: lo stesso apostolo Paolo è cosciente di  dover essere in comunione con gli altri discepoli, perché il messaggio  pasquale del Cristo che lui stesso annuncia possa essere autentico  e trovare dimora nel cuore di tante persone chiamate alla fede in  Cristo (1^ lettura). 

don Francesco, vostro parroco

IV Domenica di Pasqua 2024

“GESU’, BUON PASTORE, DONA A NOI LA SUA VITA” 

La quarta domenica di Pasqua è chiamata “del Buon Pastore” ed è la Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni. Gesù è il  nostro pastore, che ci conosce uno ad uno e ci chiama per nome. L’immagine è molto ricca ed era familiare agli ascoltatori di Gesù: il  pastore è colui che custodisce, che conosce, che dona la vita. 

Gesù è il buon pastore che si prende cura della vita di ciascuno  di noi; ci custodisce; gli stiamo a cuore; c’è un legame di  appartenenza che ci unisce a Lui. Non ha pretese sulla nostra vita,  ma aspetta che ci lasciamo prendere tra le sue braccia. 

Il pastore conosce il suo gregge! Il desiderio di Dio è quello di  conoscerci. Gesù vuole conoscerci, stare con noi, “ascoltare” la  nostra vita. Ma siamo noi che abbiamo bisogno di lasciarci conoscere e accettando di stare con lui scopriamo la verità più profonda di noi  stessi! Scopriamo che in fondo il nostro cuore è stato creato per  accogliere l’amore di Dio, tutto l’amore che lui ha per noi. 

Il pastore dona la vita. Colui che ci custodisce e desidera  conoscerci (= amarci) è disposto a donarci un amore totale, tutta la  sua stessa vita. Essere custoditi e conosciuti da Gesù ci dona la  possibilità di una relazione nuova con lui, con noi, con gli altri. 

Ogni vocazione nasce dall’incontro con Gesù e da questo  incontro tra due libertà nasce il cammino vocazionale. La libertà di  Dio di cercarmi, custodirmi, conoscermi e la nostra libertà di  rispondere sì a questo dono d’amore che il Signore ci offre. Senza  questa scintilla di libertà, che fa scattare un rapporto d’amore, non  c’è vocazione, non c’è cammino e non c’è neanche amore. 

don Francesco, vostro parroco 

III Domenica di Pasqua 2024

“IL RISORTO E’ LA NOSTRA PACE” 

Secondo la narrazione dell’evangelista Luca, l’episodio che  ascoltiamo accadde la sera stessa del giorno di Pasqua. Gli apostoli  e altri discepoli erano riuniti insieme a Pietro e parlavano tra loro delle  cose avvenute in quella giornata: il sepolcro vuoto trovato da Maria  Maddalena, Pietro e Giovanni, le donne che dicono “di aver avuto  una visione di angeli” affermanti che Gesù è vivo, l’apparizione di  Gesù Risorto a Simone, la testimonianza dei due discepoli che  assicurano di averlo incontrato lungo la strada verso Emmaus e di  averlo riconosciuto al momento dello “spezzare il pane”. 

Ed ecco che mentre parlavano e commentavano questi  avvenimenti “Gesù in persona apparve in mezzo a loro”. L’evangelista Luca descrive bene gli stati d’animo degli Apostoli e dei  discepoli all’apparire di Gesù: erano “stupiti e spaventati”, “turbati” e  dubbiosi, “provavano una grande gioia”, ma non riuscivano ancora a  credere ai loro occhi ed erano stupefatti. Sono gli stati d’animo propri  di chi si trova all’improvviso di fronte a un fatto gioioso, ma che, nello  stesso tempo, è così straordinario da apparire incredibile, come  appunto la risurrezione di Gesù.  

Dopo aver riconosciuto Gesù nell’atto di spezzare il pane, i  discepoli da Emmaus ripartono in tutta fretta per rientrare a  Gerusalemme; annunciano la gioia dell’incontro con il Risorto.  

La fede è un’esperienza di incontro, ma è anche un cammino,  un itinerario, un passo dopo passo. Come riconoscere allora il  Risorto in mezzo a noi? 1. Tramite le ferite; 2. Tramite l’amicizia, il  dono di sé, che Gesù realizza parlando e mangiando con loro; 3.  Tramite la conoscenza delle Scritture.  

don Francesco, vostro parroco 

Venerdì Santo 2024

Oggi ricordiamo la passione e la morte di Gesù sulla croce. La chiesa è in silenzio, ed è proprio in questo silenzio che la sua vicinanza si fa concreta ai nostri sensi e ai nostri cuori. In questo giorno si è fatto compagno di tutti coloro che soffrono e ci ha indicato la strada verso l’amore vero ed eterno di Dio, che non viene meno, non muore mai ed è più forte della morte.
 
Le celebrazioni di oggi:
 
🕐Ore 14:00 – Via Crucis (a Laghel, in caso di pioggia in Collegiata)
🕐 Ore 20:00 – Celebrazione della Passione e Morte del Signore sempre in Collegiata

IV Domenica di Quaresima 2023

“IN GESU’ VEDIAMO IL VERO VOLTO DI DIO” 

Il tema che percorre tutte e tre le letture della 4^ domenica di  Quaresima è il più bello che possa esistere, la verità più sorprendente e più consolante: Dio ci ama; vuole il nostro bene! 

Come è l’amore di Dio? L’amore di Dio verso il suo popolo è  paziente e premuroso; e vince sempre! E’ un amore che risalta  maggiormente proprio dal contrasto con l’ingratitudine e le  infedeltà del popolo eletto. Dio, nel suo infinito amore, continua a  farci giungere i suoi richiami, e dopo i nostri smarrimenti, ci  accoglie sempre fra le sue braccia. 

La rivelazione suprema più tangibile e sconvolgente  dell’amore di Dio si ha in modo definitivo in Cristo e soprattutto nel  sacrificio della sua croce. Un amore che, come attesta  l’evangelista Giovanni, ha dell’incredibile: “Dio ha tanto amato il  mondo da dare (= sacrificare) il suo Figlio unigenito. Quanta  misericordia, quanta gratuità nei nostri confronti. L’amore di Dio  desidera la salvezza e la vita eterna per tutti i suoi figli. Sta  nell’uomo, nella sua libertà di scelta, accogliere o meno l’offerta e il  dono dell’amore divino. 

Ci lasciamo provocare da alcune domande: Crediamo  davvero all’amore che Dio ha per noi? Perché non ci sentiamo  pieni di meraviglia e pieni di gioia? Perché non ci sentiamo commossi di fronte all’agire di Dio per noi? Perché non proviamo il  desiderio di ricambiare il suo amore con una degna condotta di  vita? Perché non ci fidiamo fino in fondo di Dio e talvolta dubitiamo  di Lui? Chiediamo al Signore che tocchi con la sua grazia i nostri  cuori e li guarisca dalla loro durezza e aridità, perché possiamo 

esercitare in ogni momento la riconoscenza nei suoi confronti. Tutto è grazia.  

don Francesco, vostro parroco 

III Domenica di Quaresima 2024

“GESU’ ‘RISANA’ LA NOSTRA RELAZIONE CON DIO” 

Il nostro cammino quaresimale continua. Dopo essere stati con  Gesù nel deserto, scoprendo che anche Lui si è confrontato con le  tentazioni che ci minacciano e con il potere del male che ci porta  lontano da Dio; dopo essere stati con Lui sul monte della  Trasfigurazione, sentendo la voce della nube che lo confermava  come il Figlio amato e ci ordinava di ascoltarlo, mentre indica il  cammino dell’offerta di sé per giungere alla vita piena, oggi il Vangelo  di Giovanni ci fa incontrare Gesù nel tempio di Gerusalemme, mentre  compie uno dei gesti più sconcertanti della sua vita: la cacciata dal  tempio di quanti l’avevano trasformato in un mercato. Ed è  significativo che tutti e quattro i vangeli riportino questo episodio. 

Quale aspetto del mistero di Gesù ci aiuta a penetrare e  meditare questa pagina di Vangelo? Una prima spontanea reazione è  quella di pensare all’umanità di Gesù, che – come capita anche a  ciascuno di noi – perde la pazienza e si arrabbia quando si confronta  con qualcosa che non corrisponde con il suo modo di vedere e con le  sue aspettative: “Non fate della casa del Padre mio un mercato!” 

Non esita a sottolineare così il profondo amore e rispetto verso il  Padre e a presentarsi come il “nuovo tempio”, luogo dell’incontro con  Dio. Non un tempio fatto di uomini, ma l’umanità di Gesù, sfigurata  dalla morte, perché crocifissa, e resa viva per la risurrezione dallo  Spirito Santo. E’ attraverso Gesù che noi abbiamo accesso a Dio  (dirà Gesù a Filippo: “Chi vede me, vede il Padre”).  

Il vero culto a Dio non consiste primariamente nelle cose  che possiamo offrire, ma nel dono di noi stessi, come ha fatto  Gesù, che ha donato tutto se stesso per amore. 

don Francesco, vostro parroco

II Domenica di Quaresima 2024

“ASCOLTATELO!” 

“Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!”: con queste parole  il Padre conferma sul Tabor la rivelazione fatta già al momento del  Battesimo di Gesù al fiume Giordano per opera di San Giovanni  Battista. Il Padre indica la relazione che sussiste con il Figlio suo e  il mistero della messianicità di Gesù.  

Ciò che oggi la Parola evidenzia è però l’incomprensione dei  discepoli di fronte al mistero del Figlio di Dio. Viene da pensare che  Gesù abbia portato sul monte gli apostoli Pietro, Giacomo e  Giovanni per svelarsi loro, per cercare di portare verità nei loro  dubbi, offrendo un’anticipazione della gloria di risorto, fino a quel  momento soltanto annunciata. Ciò che hanno udito da Gesù, ora è  visibile ai loro occhi: è una conferma per il loro cammino di vita e di  sequela del Maestro.  

L’evento della Trasfigurazione ripropone con forza il senso di  una fede che è adesione all’invisibile. O si entra in questo orizzonte,  oppure si resta intrappolati in una mentalità logico-razionale, tipica  del nostro occidente, che non può che allontanare da Dio.  

Il Vangelo sembra anche voler rispondere ad alcuni  interrogativi che sorgono nei discepoli: chi è questo Gesù che dice  di essere il Figlio dell’uomo e che allo stesso tempo parla di croce?  Se è così, quale Messia egli è?  

Sul Tabor risuona la voce del Padre: “Ascoltatelo!” E’ l’invito  rivolto ad ogni discepolo, di saper cogliere nella strada della croce,  la via della risurrezione.  

Il Padre ci dona, nella sequela di Cristo, un’immagine viva  della sua/nostra Pasqua e ce ne fa pregustare la gioia e la gloria.  La sua luce ci illumina e infonde, nell’oggi della nostra vita, una  grande speranza e fiducia nel cammino. Ci sprona a passare dalla  morte alla vita, nel dono di noi stessi.  

 don Francesco, vostro parroco 

I Domenica di Quaresima – 2024

“VINCERE IL MALE CON IL BENE!”

La celebrazione della Santa Messa lo scorso mercoledì, con  l’imposizione sul capo dell’austero simbolo delle ceneri, ci ha  introdotti nella Quaresima, tempo favorevole per la salvezza e la  conversione del nostro cuore. Anche noi come Gesù, che si è  ritirato quaranta giorni nel deserto, pregando e digiunando, siamo  invitati a trovare spazi di silenzio interiore, che ci conducano ad una  vera conversione, con l’adesione totale a Dio. 

Per 40 giorni Gesù affrontò il deserto in solitudine.  L’evangelista Marco ci narra questo episodio con grande sobrietà ed essenzialità. Appare chiaro che è lo Spirito, poco prima sceso su  di Lui nel momento del Battesimo, ad essere per Gesù fonte di  grazia e forza per combattere e vincere il Male personificato. Satana ha fatto di tutto per farlo deviare, per allontanarlo dalla via  della Croce, dalla sapienza della Croce. E’ stata una lotta serrata,  dalla quale però Satana è uscito sconfitto. Gesù, infatti, scelse la  fedeltà alla volontà del Padre. Scelse di andare fino in fondo nella  propria missione, accettandone tutte le conseguenze: morire per  noi, per ricondurci al Padre. In lui ci viene offerta un’alleanza nuova,  un tempo per verificare la nostra fede e rimotivarci nel nostro  cammino di discepoli. 

Viviamo allora questa Quaresima, che il Signore ci dona, come  un tempo per ascoltare e ascoltarci, per riscoprire il silenzio e la  calma; per mettere ordine, per dare una gerarchia evangelica ai  nostri molteplici impegni. Un tempo quindi da preparare, da  scegliere, da desiderare, per fare nostro l’appello di Gesù: “Il tempo  è compiuto e il Regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel  Vangelo”! 

Lasciamo risuonare in noi queste parole e camminiamo  verso la Pasqua. 

 don Francesco, vostro parroco 

IV Domenica del Tempo Ordinario – 2024

“PAROLA AUTOREVOLE, EFFICACE E LIBERANTE” 

Con il Vangelo di Marco, ci mettiamo in cammino, in  compagnia dei primi quattro chiamati da Gesù, per diventare suoi  discepoli. Il brano che leggiamo in questa domenica ci aiuta a  comprendere chi è Gesù e che cosa significhi essere suoi discepoli.  Sarà un percorso lungo tutto il Vangelo e comporta un continuo  rimetterci in discussione. 

Gesù “entra in scena” a Cafarnao, di sabato, nella sinagoga,  durante la preghiera della comunità. In questa normalità Gesù si  inserisce “insegnando” e suscitando stupore, perché “insegnava  come uno che ha autorità, e non come gli scribi”. Nel testo ci  soffermiamo su una domanda: “Che vuoi da noi, Gesù Nazareno?”.  E’ pronunciata da uno spirito impuro che ha preso dimora in un  uomo (non ha un nome perché ciascuno possa riconoscersi in lui),  che sperimenterà la potenza della Parola salvifica di Gesù. Si tratta  di una domanda chiave per il nostro discepolato: cosa c’entra  concretamente Gesù con la nostra vita di ogni giorno, con le scelte  quotidiane che siamo chiamati a fare, con le nostre relazioni interpersonali, col nostro modo di intendere il nostro lavoro, con il  nostro sentirci Chiesa? 

Ma questo Gesù che ha fatto la nostra storia, questo Gesù fa  ancora adesso la mia storia? Ed io decido le mie azioni e le mie  scelte riferendomi a lui e ai suoi valori? 

Se noi vogliamo seguire Gesù e vivere giornate che  assomiglino alle sue, sappiamo che la cosa più importante consiste  non nel dire il Vangelo, ma nel diventare Vangelo, nel vivere il  Vangelo, testimoniando la Buona Novella.  

E per fare questo non occorre parlare. Spesso sono i testimoni  silenziosi i più efficaci e autorevoli. 

 don Francesco, vostro parroco 

Avvisi settimanali dal 14 al 21 luglio 2024

Domenica 14 luglio, alle 16.00 Santa Messa a San Giovanni al Monte, nella chiesetta  a lui dedicata, in occasione della FESTA DEL RISO. Seguirà la distribuzione del “pane  benedetto” e dei “risi” preparati dai cuochi. 

Celebrazioni feriali alle 20.00 nelle chiesette secondo quest’ordine: 

lunedì 15 luglio S. Apollinare – Prabi

martedì 16 luglio S. Bernardino – Via Stranforio 

giovedì 18 luglio S. Giuseppe – Via Segantini 

venerdì 19 luglio S. Maria Annunciata – Laghel  

*Lunedì 15 luglio anticipiamo la festa a S. Apollinare, il Santo Vescovo e Martire, a  cui è dedicata la chiesetta di Prabi, che liturgicamente cade il 20 luglio!

 

Lunedì 15 luglio, inizio in Oratorio San Gabriele del GREST che per 3 settimane  coinvolgerà tanti bambini, ragazzi, adolescenti, giovani, adulti e anziani della  Comunità. Accompagniamo questa “Avventura” con il ricordo e la preghiera. 

CINEMA ALL’APERTO – ORATORIO DI ARCO – ORE 21.00 

Mercoledì 17 luglio verrà proiettata la pellicola INSIDE OUT 2.

 

Sabato 20 luglio, dalle 16.30 alle 17.45 in Collegiata, possibilità di accostarsi al  sacramento della Riconciliazione. 

Domenica 21 luglio, alla Santa Messa delle 10.00 in Collegiata, sarà presente il Gruppo  Alpini di Arco, per festeggiare insieme alla Comunità, il 96° anniversario della sua  costituzione. 

Chi desidera ricevere gli avvisi mediante mail può fare richiesta a  “arco@parrocchietn.it”

Avvisi settimanali dal 7 al 14 luglio 2024

AVVISI SETTIMANALI dal 7 al 14 LUGLIO 2024

 

Domenica 7 luglio, la Santa Messa delle ore 20.00 non sarà celebrata; viene  anticipata alle ore 18.00, per la conclusione dell’Assemblea generale  dell’Associazione “Via Pacis”. Sarà presieduta dal Vicario zonale don Dario Silvello. 

Celebrazioni feriali alle 20.00 nelle chiesette secondo quest’ordine: lunedì 8 luglio S. Apollinare – Prabi 

martedì 9 luglio S. Bernardino – Via Stranforio 

giovedì 11 luglio S. Giuseppe – Via Segantini 

venerdì 12 luglio S. Maria Annunciata – Laghel 

 

Mercoledì 10 luglio, alle 17.15 a Villa Tabor, incontro Volontari Caritas. 

CINEMA ALL’APERTO – ORATORIO DI ARCO – ORE 21.00 

Mercoledì 10 luglio e venerdì 12 luglio verrà proiettata la pellicola FALL GUY.

 

MEMORIA DI SANTA MARIA NELLA GIORNATA DI SABATO 

La tradizione cristiana, a partire dalla seconda metà del ‘700, ha legato il giorno di sabato  al culto della Beata Vergine Maria, in riferimento al sabato santo della Pasqua e della  sepoltura di Gesù, giorno in cui Maria ha conservato in sé la fede e l’attesa della  Risurrezione del Figlio.  

Il sabato è “porta” della domenica, il giorno di Cristo Risorto. Lungo i vari sabati dell’anno,  nel “Tempo Ordinario”, cioè fuori dai tempi di Avvento, Natale, Quaresima e Pasqua, se  non ricorrono altre memorie di santi, è possibile celebrare la “Memoria di Santa Maria in  sabato”.

 

Sabato 13 luglio, dalle 16.30 alle 17.45 in Collegiata, possibilità di accostarsi al  sacramento della Riconciliazione. 

Chi desidera ricevere gli avvisi mediante mail può fare richiesta a  “arco@parrocchietn.it”

Avvisi settimanali dal 30 giugno al 7 luglio 2024

AVVISI SETTIMANALI dal 30 GIUGNO al 7 LUGLIO 2024

 

Sabato 29 giugno, inizia il terzo turno dei Campeggi a San Giovanni al Monte per i  Bambini della Scuola primaria. Accompagniamo con la nostra preghiera questa bella  esperienza educativa, ringraziando tutte le persone che danno il loro tempo a servizio  dei piccoli. 

Domenica 30 giugno è la Giornata per la Carità del Papa. Il messaggio di quest’anno è  “Siate lieti nella speranza, costanti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera”  (Rm 12,12). Le offerte raccolte saranno destinate a questo scopo. 

Domenica 30 giugno, alle 10.00 in Collegiata, Santa Messa per fare festa a don  Augusto Tamburini che compie 90 anni il 1° luglio e ne celebra 64 di Sacerdozio. 

Domenica 30 giugno, alle 17.00 Santa Messa a San Giovanni al Monte, presso la  colonia. 

Lunedì 1° luglio, alle 17.45 in Oratorio S. Gabriele, incontro “Catechesi di Comunità”  per genitori e adulti interessati. 

Dal 1° al 26 luglio celebrazioni feriali alle 20.00 nelle chiesette secondo quest’ordine: lunedì S. Apollinare – Prabi 

martedì S. Bernardino – Via Stranforio 

giovedì S. Giuseppe – Via Segantini 

venerdì S. Maria Annunciata – Laghel 

 

Martedì 2 luglio, alle 16.00 a Caneve, Matrimonio di Ruggero ed Elzbieta. 

Giovedì 4 luglio, primo giovedì del mese, non c’è la consueta Adorazione eucaristica per la concomitanza con la Messa serale. 

Sabato 6 luglio, dalle 16.30 alle 17.45 in Collegiata, possibilità di accostarsi al  sacramento della Riconciliazione. 

Sabato 6 e domenica 7 luglio, alle 21.00 nella chiesa parrocchiale di Bolognano, 43^  Rassegna organistica e strumentale. (vedi locandina) 

Domenica 7 luglio, la Santa Messa delle ore 20.00 non sarà celebrata, viene anticipata alle ore 18.00 per la conclusione dell’Assemblea generale dell’Associazione  “Via Pacis”. Sarà presieduta dal Vicario zonale don Dario Silvello.

Avvisi settimanali dal 23 al 30 giugno 2024

AVVISI SETTIMANALI dal 23 al 30 GIUGNO 2024

 

Sabato 22 giugno, inizia il terzo turno dei Campeggi a San Giovanni al Monte per i  Ragazzi della Scuola secondaria di primo grado. Accompagniamo con la nostra  preghiera questa bella esperienza educativa, ringraziando tutte le persone che danno  il loro tempo a servizio dei piccoli. 

Domenica 23 giugno, alle 16.00 Santa Messa a San Giovanni al Monte presso la chiesa  in occasione della Festa patronale. 

Lunedì 24 giugno, alle 18.30 in Sant’Anna, Santa Messa per pregare per tutti coloro  che portano il nome di Giovanni. 

Mercoledì 26 giugno, Solennità di San Vigilio, vescovo e martire, patrono della città di  Trento e della Diocesi. 

Sabato 29 giugno, Solennità dei Santi Pietro e Paolo, apostoli e martiri. La Santa Messa  si celebra in Sant’Anna alle 8.30. 

Sabato 29 giugno, alle 11.00 in Collegiata, Matrimonio di Francesco e Sonia. Sabato 29 giugno, alle 15.00 in Collegiata, Battesimo della piccola Adele. 

Sabato 29 giugno, inizia il terzo turno dei Campeggi a San Giovanni al Monte per i  Bambini della Scuola primaria. Accompagniamo con la nostra preghiera questa bella  esperienza educativa, ringraziando tutte le persone che danno il loro tempo a servizio  dei piccoli. 

Sabato 29 giugno, dalle 16.30 alle 17.45 in Collegiata, possibilità di accostarsi al  sacramento della Riconciliazione. 

Domenica 30 giugno è la Giornata per la Carità del Papa. Il messaggio di quest’anno è  “Siate lieti nella speranza, costanti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera”  (Rm 12,12). 

Domenica 30 giugno, alle 10.00 in Collegiata, Santa Messa per fare festa a don  Augusto Tamburini che compie 90 anni il 1° luglio e ne celebra 64 di Sacerdozio. 

Domenica 30 giugno, alle 17.00 Santa Messa a San Giovanni al Monte, presso la  colonia.

Avvisi settimanali dal 16 al 23 giugno 2024

AVVISI SETTIMANALI dal 16 al 23 GIUGNO 2024

 

Domenica 16 giugno, alle 17.00 Santa Messa a San Giovanni al Monte presso la  colonia. 

Domenica 16 giugno, alle 20.00 Santa Messa in ricordo di don Domenico Pincelli. 

Sabato 22 giugno, inizia il secondo turno dei Campeggi a San Giovanni al Monte per i  Ragazzi della Scuola secondaria di primo grado. Accompagniamo con la nostra  preghiera questa bella esperienza educativa, ringraziando tutte le persone che danno  il loro tempo a servizio dei piccoli. 

Sabato 22 giugno, dalle 16.30 alle 17.45 in Collegiata, possibilità di accostarsi al  sacramento della Riconciliazione. 

Domenica 23 giugno, alle 17.00 Santa Messa a San Giovanni al Monte, in chiesa.