“Erano come pecore senza pastore?” (Mc 6,34)
Paura di non farcela, di restare indietro… il tempo è denaro, il successo è una corsa. Non fermarti… chi si ferma è perduto, e intanto perdi sogni, amici veri, rari, affetti preziosi svenduti a poco prezzo.
Eppure l’estate è tempo di vacanze, è tempo di riposo. La voce di Gesù sembra collocarsi in maniera provvidenziale in questo scorcio d’anno dove ognuno cerca un poco di quiete: “Venite in disparte … e riposatevi un poco” (Mc 6,31).
Gesù ci lancia la sfida del giusto riposo, del bisogno di ritemprarsi, del coraggio di mettersi da parte e di andare fuori per poter essere più forti dentro, più capaci di affrontare le difficoltà future. Ma la ricerca del “santo ozio” non ci chiama fuori dalle responsabilità: non si manda in ferie la giustizia, l’impegno nel dare significato alla dignità del mondo e del proprio destino, né si manda in ferie la volontà di realizzare la pace, quella vera, che viene dal cuore del Vangelo.
Non si manda in ferie il bisogno che sempre abbiamo di essere confortati dalla Sua presenza. Anzi proprio in tempo di vacanza la sua Parola può diventare una frontiera di comprensione: la pace di Cristo non ha il sapore della morte, non seppellisce il cuore della verità: “Per mezzo di lui possiamo presentarci, gli uni e gli altri, al Padre in un solo Spirito”. (Ef 2,18)
All’invito del Signore; “Venite un po’ in disparte”, la risposta non può che essere una sola: “Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla”
don Walter, vostro parroco.