CONTRO L’IPOCRISIA E L’INCOERENZA FARISAICA
Celebriamo la 31^ domenica del Tempo Ordinario. Nel Vangelo Gesù si rivolge alla folla e parla dei farisei e degli scribi, cioè ai responsabili della religiosità del tempo. Gesù ci invita da un lato a seguire i loro consigli, ciò che essi dicono; dall’altro, però, ci esorta a non fare secondo le loro opere, perché dicono e non fanno. Anzi, il loro grande rischio è proprio quello di fare le cose solo per essere ammirati dagli uomini.
Il Signore, denunciando il comportamento ipocrita dei farisei, vuole invitarci a vigilare su questo aspetto: se gli altri cercano la fama, il successo, l’applauso, il consenso, non così deve essere per chi vuole davvero seguirLo. Egli ci mette in guardia perché l’insidia del posto d’onore può fuorviare chi desidera essere un vero suo discepolo. L’invito di Gesù ci sprona quindi a superare ogni falsità, le parole vuote, un modo di vivere legato al primeggiare, per tornare a rimettere al centro la Parola di Dio, l’unica vera maestra di vita.
Chi si pone con questo desiderio di semplicità e umiltà nell’ascolto di Dio che ci parla, s’accorge che la Parola di Dio ha sempre qualcosa di nuovo e di importante da comunicare, per la nostra piena realizzazione umana e cristiana. Gesù ci suggerisce la via dell’umiltà e, per farci capire che il suo non è un insegnamento
solo a parole, si è fatto fratello di tutti, si è incarnato, si è messo a livello della terra più bassa (“humus”, da cui umiltà e umiliazione), per farci comprendere che proprio dal basso arriva la risalita verso Dio, operata da Dio stesso nella persona di Gesù, il Figlio di Dio.
L’invito finale è quello di sentirsi sempre servi, di abbassarsi, di vivere umilmente la propria vita.
don Francesco, vostro parroco