“ACCOGLIERE, DECLINAZIONE DEL VERBO AMARE”
Siamo arrivati alla 13^ domenica del Tempo Ordinario. L’autore del secondi libro dei Re (1^ lettura) ci presenta l’ospitalità che una donna offre al profeta Eliseo nella sua casa. Il gesto di accoglienza e misericordia viene ricambiato con il dono che la donna desiderava: la fecondità, la possibilità di tenere un figlio fra le sue braccia. Dio non si lascia vincere in generosità!
Con il salmista cantiamo la bontà del Signore, fedele alle sue promesse: “Canterò per sempre l’amore del Signore!”
Nel Vangelo di Matteo, Gesù ci chiede ci amarlo più di tutti e di tutto, di dargli il cuore, di dedicarci completamente a Lui. Seguire il Maestro di Nazareth comporta il prendere ogni giorno la propria croce, morire al peccato, a se stessi e al mondo, per amare come Lui, fino al dono totale della propria vita.
Chi accoglie i discepoli – piccoli, semplici e poveri testimoni del Vangelo – accoglie Gesù e il Padre suo, e non perderà la sua ricompensa. Chi perde la vita per Gesù, la salverà in eterno.
Siamo discepoli missionari in virtù del Battesimo, che ci ha resi partecipi della Pasqua del Signore Gesù. La vita divina, ricevuta in dono nel sacramento della nostra rinascita, muove pensieri e azioni, plasma sentimenti ed affetti, orienta aspirazioni e relazioni Ringraziamo il Padre che, attraverso suo Figlio, continua ad operare la redenzione, liberandoci dalle tenebre del peccato. Rimaniamo uniti a Gesù per portare il frutto dell’amore.
Da un pensiero di San Massimiliano Maria Kolbe:
L’essenza dell’amore scambievole non consiste nel fatto che nessuno ci rechi dispiaceri, ma che impariamo a perdonarci l’un l’altro in modo sempre più perfetto.
don Francesco, vostro parroco