“VIENI, O SPIRITO, TU CHE SEI L’AMORE”
Nel giorno di Pentecoste Gesù Risorto effonde sulla Chiesa lo Spirito Santo, come aveva più volte rivelato, e dà inizio ad un modo nuovo di essere presente fra gli uomini. Nei suoi discorsi di addio, Gesù aveva promesso agli apostoli lo Spirito Santo: “Non vi lascerò
orfani.. vi manderò il Consolatore, lo Spirito di verità.. riceverete lo Spirito Santo”.
Cinquanta giorni dopo la Pasqua, Gesù mantiene la promessa. Ci chiediamo: Perché Gesù invia lo Spirito Santo? Perché lo ritiene necessario agli apostoli e alla sua Chiesa? Lo Spirito Santo è inviato perché la Chiesa possa continuare nel mondo la missione di Cristo, una missione senza limiti, né di spazio, né di tempo. “Come il Padre ha mandato me, così io mando voi”; “Andate nel mondo intero e predicate il Vangelo ad ogni creatura”.
La Pentecoste è un fatto che continuamente si ripete e si rinnova nella Chiesa. Lo Spirito Santo è perennemente inviato alla Chiesa, per fare della moltitudine dei credenti “un solo corpo”. Lo Spirito è l’anima della Chiesa, causa prima della sua unità e della santificazione dei suoi membri. Lo Spirito inoltre arricchisce ogni singolo credente di doni particolari (carismi): “A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l’utilità comune”. Ma quali sono i segni che ne rivelano la sua misteriosa presenza? Possiamo vederne i segni in tutti coloro che anche oggi giungono al sacrificio supremo della loro vita per il bene dei fratelli; in tante anime che silenziosamente, ma tenacemente, lavorano per la causa della giustizia e della pace; in giovani e adulti che non hanno paura di manifestare la loro fede e che si comportano come il Vangelo insegna.
don Francesco, vostro parroco