IO SONO LA PORTA DELLE PECORE, dice il SIGNORE
Ogni anno la 4^ domenica di Pasqua ci descrive il “buon Pastore”, attingendo al capitolo 10 del Vangelo di Giovanni. Fissando lo sguardo su di Lui, comprendiamo chi siamo noi: pecore che sanno ascoltare la sua voce, e, fidandosi di essa, si lasciano condurre fuori dai recinti delle proprie paure, delusioni, egoismi, verso i pascoli della vita. Il pastore chiama e noi ascoltiamo. Quando ascoltiamo solo noi stessi, o altre voci, rimaniamo nei recinti di morte. Occorre seguire Cristo con sapienza e perseveranza, riconoscere la sua voce e lasciarci condurre da Lui alla salvezza.
In questa domenica la Chiesa celebra la Giornata Mondiale di preghiera per le vocazioni. Siamo invitati a pregare perché il Signore mandi operari nella sua messe, ma anche a riconoscere come la vita di ciascuno è intessuta di questa dinamica vocazionale di chiamata e risposta. Il verbo “chiamare” risuona oggi in modo significativo in tutte le letture. Nella prima Pietro annuncia che la promessa è per tutti coloro che “chiamerà il Signore Dio nostro”. Sempre Pietro, nella seconda lettura, dichiara che siamo chiamati a fare il bene, anche quando dobbiamo attraversare una sofferenza, da sopportare con pazienza, seguendo l’esempio di Gesù.
Il pastore ci chiama alla vita: seguiamolo con fiducia! “Io sono la porta delle pecore: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo”.
Gesù “porta delle pecore”, ci richiama “la porta santa”, che abbiamo varcato nell’anno del Giubileo della misericordia. Donaci, Signore Gesù, la grazia di giungere al Padre, attraverso di te, che sei “la Porta”.
don Francesco, vostro parroco