
Ricorre quest’anno di domenica l’annuale Commemorazione dei fedeli defunti. Nella solennità di Tutti i Santi, abbiamo levato lo sguardo in alto, alla città santa, per pregare coloro che hanno compiuto il pellegrinaggio terreno e vivono nella comunione piena con Dio.
Oggi volgiamo lo sguardo in basso, sulla città terrena per pregare per coloro “che ci hanno preceduto nel segno della fede e dormono il sonno della pace” del Signore. Oggi la Chiesa, soffermandosi sul mistero che è la morte, canta la vittoria sulla morte e celebra la risurrezione. E’ un’occasione speciale per unirci spiritualmente ai nostri cari, che il Signore ha già chiamato a sé, e per celebrare il mistero pasquale di Cristo Signore.
Nel Credo proclamiamo: Dio verrà a giudicare i vivi e i morti ed il suo Regno non avrà fine. Questa vita ultraterrena non la possiamo vedere con gli occhi del corpo. La intravediamo solo con gli occhi della fede, che illumina i passi del nostro pellegrinaggio terreno. Con la morte “la vita non è tolta, ma trasformata e mentre si distrugge la dimora di questo esilio terreno viene preparata una abitazione eterna nel cielo”. Per questo la liturgia è ancora avvolta dalla gioia della celebrazione dei Santi.
La liturgia oggi non piange, perché non fa memoria della morte, ma della risurrezione. E le lacrime che versiamo dovute alla nostra fragilità umana sono asciugate dalla mano di Dio. Ascoltiamo le parole della Chiesa; essa non pronuncia parole sulla fine, ma sulla vita. La separazione dagli affetti terreni è certo dolorosa, ma non può spezzare il legame profondo che ci unisce tutti in Cristo.
don Francesco, vostro parroco






