
L’ALBA DEL PERDONO
Celebriamo la terza domenica di Pasqua. La fede della Chiesa nella Risurrezione si fonda sulle ripetute apparizioni del Signore Risorto, così come sono descritte nei 4 vangeli; in esse si rivela l’infinito desiderio di Dio di offrire a tutti il suo perdono e la pace. Il primo a farne esperienza è l’apostolo Pietro.
E’ l’alba quando il Risorto si manifesta ai discepoli, impegnati nella pesca sul mare di Tiberiade. Sono in sette: cinque di essi ci sono noti, altri due sono sconosciuti. Sono delusi, perché, hanno trascorso tutta la notte sulla barca per pescare, ma purtroppo la loro fatica è stata vana. Com’è possibile? Hanno lavorato tutta la notte, sono pescatori esperti, non certo degli sprovveduti, eppure non hanno pescato nulla!
Sono tornati alla loro antica attività; sembra proprio che i giorni trascorsi con Gesù siano solo un ricordo. Il Maestro li aveva istituiti “pescatori di uomini” e li aveva chiamati nel luogo del loro lavoro, all’inizio della vita pubblica. Ora sono tristi e delusi, soprattutto Pietro che “ha pianto amaramente” per aver rinnegato il Signore. Ma ecco il Signore irrompe lì, nello stesso luogo del “primo amore”.
Accade sempre così: l’incontro con il Signore avviene lì dove viviamo e lavoriamo. Egli assume le nostre vite, le apprezza, non disdegna la nostra fatica e il nostro sudore, ama intrattenersi con noi, ama perdonare! Nella triplice domanda che Gesù il Risorto rivolge a Pietro c’è un abisso di amore che restaura tra lui e l’apostolo un legame più forte di sempre. Pietro “perdonato” potrà, di lì a poco, essere testimone coraggioso della Risurrezione davanti al Sinedrio.
(1^ lettura).
don Francesco, vostro parroco