
“CONVERTIRSI? E’ PORTARE FRUTTI GRADITI A DIO”
Celebriamo la 3^ domenica di Quaresima. Dopo il racconto delle tentazioni subite da Gesù e il racconto della Trasfigurazione sul monte Tabor, la liturgia ci invita a riflettere sul tema della conversione. Di fronte a fatti storici precisi e dolorosi, il Signore ci chiede non di giudicare, ma di convertirci.
Gesù, a differenza dei farisei, li legge non come un castigo per i presunti peccati delle vittime, ma come un ammonimento e un invito alla conversione per tutti.
Convertirsi significa “portare frutti” buoni, oggi. Un albero nella vigna deve portare frutti, altrimenti viene tagliato. Non basta essere “piantati” nella vigna del Signore, non basta essere “battezzati”, non basta mangiare “lo stesso cibo spirituale” per salvarsi. La storia degli Ebrei nel deserto, durante l’esodo, è un esempio per noi. Con le loro mormorazione e infedeltà non furono graditi a Dio (2^ lettura).
La Quaresima è giunta ormai a metà del suo cammino. L’albero della nostra vita sta portando frutti o è ancora sterile? Lasciamoci “zappare” e “fertilizzare” dalla Parola di Dio e dalla fede della Chiesa. Anche a noi come a Mosè (1^ lettura), Dio può presentarsi nel modo più impensato e nel luogo più imprevedibile per affidarci la grande missione di liberare il nostro cuore dalla schiavitù del peccato. E così potremo aiutare anche il nostro prossimo in questo cammino di libertà.
La nostra salvezza passa attraverso la conversione del cuore. Il ritorno a Dio ci apre ad accogliere il suo perdono e la sua grazia che crea in noi un cuore nuovo. Chiediamo al Signore di illuminare i nostri passi per poter accogliere il tempo favorevole, non lasciando
passare invano il tempo datoci.
don Francesco, vostro parroco