“GESU’, IL SERVO CHE SI CHINA SUL DOLORE DELL’UOMO”
Nei testi biblici offerti dalla Liturgia, ci viene descritta la vita dell’uomo, così come può essere anche la nostra stessa esistenza, come breve, costellata di illusioni, povera, senza speranza e disseminata solo di sofferenze. Ne fa esperienza il giusto Giobbe (1^ lettura).
Anche il salmo responsoriale fa eco a questa presa di coscienza, facendoci pregare il Signore di “risanare” la nostra vita, di ripristinarla nella sua autentica bellezza. Ed ecco, Gesù guarisce e risana la nostra vita, come fa con la suocera di Simone e poi con molti malati e indemoniati. L’azione guaritrice del Signore – che opera sia nel corpo che nell’anima – è legata alla Sua Parola e colpisce per l’ampiezza del bene compiuto: gli portarono “tutti” i malati e gli indemoniati, e Gesù guarisce “molti” e scaccia “molti” demoni, poi si allontana da Cafarnao per predicare nei villaggi vicini.
L’opera di Gesù, la sua venuta, la sua predicazione e azione di salvezza, è dunque per tutti. Certo la Parola di Gesù non è una medicina miracolosa che risolve tutte le difficoltà. Essa è guida e sostegno, ma richiede che la conosciamo, che vi dedichiamo del tempo e la lasciamo operare dentro di noi, che ci affidiamo alla sua forza e c’impegniamo affinché si trasformi in coerenza di vita.
Non possiamo allora non riflettere sulle nostre parole: sono parole di sapienza, di perdono, parole coraggiose, di amore e di comprensione, di accoglienza e di pace, o all’opposto di divisione, di rancore, di maldicenza, di ipocrisia, sono parole che allontanano e offendono? La Parola infatti è per ognuno di noi, ma non è solo per noi! Sappiamo veramente portare Cristo nella vita di ogni nostro prossimo?
don Francesco, vostro parroco