SAREMO GIUDICATI DALLE NOSTRE SCELTE
In quest’ultima domenica dell’Anno Liturgico celebriamo la solennità di Cristo Re dell’Universo, nella quale contempliamo la signoria di Cristo, il crocifisso – risorto, l’Agnello – pastore dell’unico gregge di Dio, che regna su tutte le cose, su ogni vita, su tutta la storia.
Già la scorsa domenica abbiamo potuto riflettere sul giudizio finale attraverso la parabola dei talenti, affidati da quel padrone ai suoi servi, prima di partire per un lungo viaggio. Al ritorno desidera fare i conti con loro, e premia coloro che si sono impegnati nel bene e non hanno nascosto il talento per la paura di essere giudicati.
La parabola che oggi la liturgia ci offre riguarda il giudizio universale, incentrato sulle opere di misericordia. Saremo giudicati sull’amore donato, nell’attenzione ai fratelli. “Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.
L’esempio, il modello di una vita donata è Gesù Cristo – come ci annuncia San Paolo nel testo tratto dalla prima Lettera ai cristiani di Corinto. Egli ha realizzato la salvezza dell’umanità a costo del suo sacrificio cruento sulla croce. Di fronte a così grande testimonianza di amore, come può l’uomo, fatto ad immagine e somiglianza di Dio, non amare chi Dio ama? Come può l’uomo rimanere cieco e sordo, e non aprirsi alla carità vicendevole? E’ la chiave di volta della vita, è il metro sul quale saremo giudicati da Dio.
L’emarginato della nostra società è Cristo; il profugo che sbarca sulle nostre coste è Cristo; il povero che chiede l’elemosina sui marciapiedi o all’esterno dei supermercati è Cristo; il giovane che si trascina nella vita senza un progetto e incapace di affrontare con coraggio la vita, è Cristo.
don Francesco, vostro parroco