XXIX Domenica del Tempo Ordinario 2023

“E’ LECITO, O NO, PAGARE IL TRIBUTO A CESARE?” 

In questa 29^ domenica del Tempo Ordinario il Vangelo ci  offre una delle parole più forti del Nuovo Testamento. Gesù ci invita  a “rendere a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di  Dio”. Rispondendo ad una domanda trabocchetto sulla liceità del  tributo a Cesare, Gesù dà una risposta che spiazza tutti. Egli non si  fa ingannare, e neppure offre una teoria politica ed economica,  oppure una risposta di semplice buon senso. Chiarisce che le due  autorità (Dio e Cesare) sono entrambe importanti, ma su due piani  molto diversi, anche se legati tra loro (vedi le parole di Gesù a  Pilato, durante il processo: “Tu non avresti nessun potere su di me,  se non ti fosse stato dato dall’alto” Gv.19,11a). I doni di Dio  dobbiamo trafficarli nella storia, con l’atteggiamento di chi sa  discernere tra ciò che spetta a Dio e ciò che spetta agli uomini.  

Quello che è di Cesare, Dio non lo pretende per sé. Rientra in  questo la responsabilità della storia, l’impegno per il bene comune,  la promozione della giustizia e della pace. C’è però un solo Signore,  ed è a lui, non ad altri, che dobbiamo rendere conto della nostra  vita. La moneta appartiene a Cesare, la nostra vita solo a Dio. C’è  un solo Signore e questa consapevolezza rappresenta una critica  radicale ad ogni potere umano che voglia diventare assoluto. Che  sia Cesare o qualcun altro dei potenti del nostro tempo, dobbiamo  rispettare il loro impegno, consapevoli però di ciò che Dio anche  oggi ripete: “Io sono il Signore e non c’è alcun altro; fuori di me non  c’è Dio!” 

O Padre, a te obbedisce ogni creatura; fa’ che ogni autorità  serva al bene di tutti, secondo lo Spirito e la parola del tuo Figlio, e  l’umanità intera riconosca te solo come unico Dio. 

 don Francesco, vostro parroco