“ABBIAMO VISTO IL SIGNORE!”
Il brano evangelico proposto dalla liturgia nella 2^ domenica di Pasqua ci racconta l’apparizione di Gesù Risorto nel Cenacolo: siamo alla sera di quel giorno speciale, che ha rivoluzionato la storia. Le donne che si erano recate di buon mattino al sepolcro lo avevano trovato vuoto; il corpo di Gesù non c’era più. Avevano avuto anche una visione di angeli i quali affermano che Egli è vivo. Tutto questo non è stato per gli apostoli una concreta conferma alle parole che il Maestro aveva pronunciato prima della sua passione e morte.
Ecco che il Risorto, mentre le porte sono chiuse per timore dei Giudei, appare in mezzo ai suoi e li saluta dicendo: “Pace a voi!”: una riprova della sua vita non più segnata dalla morte, ma gloriosa. Ne farà esperienza l’apostolo Tommaso, quando otto giorni dopo
toccherà le sue piaghe gloriose e professerà la sua fede con le stupende parole: “Mio Signore e mio Dio!”
Quanto assomigliamo a questo apostolo, quanto possiamo riconoscerci in lui, quando facciamo fatica a fidarci, siamo desiderosi di avere delle prove o vogliamo “toccare con mano” per credere. L’agire di Tommaso ci fa riflettere su due aspetti
fondamentali nel cammino di fede: 1° ogni vera esperienza di fede non può che essere vissuta se non in prima persona; nessuno può sostituirti, nessuno può credere al tuo posto; devi essere tu a incontrare il Signore, a decidere di mettere tutta la tua vita nelle sue mani; 2° la fede deve essere comunicata nel modo più credibile possibile. Magari Tommaso ha avuto difficoltà a credere che Gesù fosse veramente vivo, risorto, per l’incapacità degli altri discepoli di raccontare quell’incontro e di comunicare la gioia che ha prodotto in ciascuno di loro.
don Francesco, vostro parroco