IV domenica di quaresima (2023)

“SIAMO FORSE CIECHI ANCHE NOI?” 

Il Vangelo di questa 4^ domenica di Quaresima si apre con un  cieco che comincia a vedere e si chiude con dei presunti vedenti che  continuano a rimanere ciechi.  

Il miracolo compiuto da Gesù è raccontato da Giovanni in  appena 2 versetti su 40, perché l’evangelista vuole attirare la nostra  attenzione non sul miracolo in sé, ma sul dibattito che esso suscita.  

Il tema della luce contrapposta alle tenebre è caro all’evangelista  Giovanni, che più volte lo riporta nella stesura del Vangelo. Nel  prologo leggiamo: “La luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non  l’hanno accolta!” 

L’episodio del cieco nato non vuole semplicemente sottolineare  che c’è lotta tra Gesù – luce e il male – tenebre, ma intende  raccontare il dramma della luce, le ragioni profonde del suo rifiuto,  l’esito positivo della sua accoglienza. Mentre il cieco si avvicina  gradualmente alla luce, in parallelo, ma in direzione opposta, i farisei  sprofondano nella cecità più assoluta e non si aprono alla verità di  Gesù. 

Il cammino del cieco è un procedere alla scoperta della vera  identità di Colui che lo ha guarito: all’inizio ne parla semplicemente  come di “quell’uomo chiamato Gesù”; poi afferma nettamente che  deve trattarsi di “un profeta”; quindi arriva a proclamare con coraggio 

che è uno che “viene da Dio”; infine approda alla fede nella  rivelazione piena: Gesù è “il Figlio dell’uomo” e “il Signore”.  

Il cieco nato e guarito ci rappresenta, e il fatto che non abbia un  nome ci aiuta a rispecchiarci nella sua storia con il nostro volto e il  nostro nome. Anche noi siamo stati “illuminati” da Cristo nel  Battesimo, e quindi dobbiamo comportarci come “figli della luce” (2^  lettura). Il Signore “non guarda alle apparenze, ma legge nel cuore” 

(1^ lettura). 

don Francesco, vostro parroco