“Non sei lontano dal Regno di Dio” (Mc 12,34)
A volte si corre il rischio di onorare Dio con le labbra, ma non con il cuore: “Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede”. ( 1Gv 4,20).
Paradossalmente non è lontano dal regno di Dio chiunque ama il suo prossimo, perché chi ama suo fratello come se stesso, senza nemmeno saperlo, ama Dio. Tuttavia, i due comandamenti restano inscindibili: chi ama il prossimo, ma non conosce Dio, è vicino al regno, ma non vi è ancora entrato, perché perde la gioia di sentirsi amato da Dio, sicuro all’ombra delle sue ali.
Amare Dio non è un obbligo per ottenere la sua protezione ed evitare il castigo eterno: non è una regola che si accetta o meno. Amare Dio è come percorrere una strada circolare che inizia dall’amore per sé stessi, per poi passare all’amore per gli altri che conduce al Padre, là dove la strada ricomincia. Ma il viandante, arricchito dall’amore sperimentato, questa volta, nel riprendere la via, ha un amore più forte: ora ama di sé stesso anche i difetti del suo corpo, i limiti del suo carattere, le sue debolezze perché sente di essere una creatura di Dio, degna di rispetto. E amando le proprie carenze, egli impara ad amare quelle degli altri e la cerchia del prossimo si allarga sempre di più.
E più sono numerose le persone che riusciamo ad amare, a perdonare, a compatire, ad aiutare, ad accogliere, più velocemente la strada ci riconduce a Dio.
Don Walter, vostro parroco.