Tempo dell’ascolto e della testimonianza, il Tempo Ordinario o Tempo durante l’anno (per annum), contrariamente a quanto si potrebbe credere, è un tempo di particolare importanza a cui forse non si dà la dovuta attenzione.
Costretto tra i grandi eventi dei tempi forti, Avvento-Natale e Quaresima-Pasqua, potreste apparire nell’immaginario collettivo dei fedeli un tempo meno forte, di secondaria importanza. Anche l’appellativo “ordinario” probabilmente trae in inganno, come se stesse ad indicare una contrapposizione con la straordinarietà delle celebrazioni del mistero dell’incarnazione, morte e risurrezione di Nostro Signore.
In realtà senza il Tempo Ordinario non si comprenderebbe appieno la celebrazione del mistero di Cristo, né avrebbe senso la vita dei credenti se il Natale e la Pasqua fossero vissuti come momenti isolati dai giorni ordinari, senza coinvolgere e permeare l’intera esistenza dei singoli fedeli e di tutta la comunità ecclesiale. Di fatto, ogni domenica dell’anno, in quanto celebrazione settimanale della Pasqua del Signore, ha in sé il tuo incommensurabile valore.
Il Tempo Ordinario abbraccia trentatré o trentaquattro settimane, sulle complessive cinquantadue del ciclo liturgico: inizia il lunedì dopo la domenica in cui si celebra il Battesimo di Gesù e si protrae fino al Mercoledì delle Ceneri, quando si interrompe con l’inizio della Quaresima, per poi riprendere il lunedì dopo la domenica di Pentecoste che conclude il Tempo di Pasqua.
La peculiare fisionomia del Tempo Ordinario è data dalla lettura più o meno continua di un testo biblico interrotta dal ciclo pasquale che nulla toglie alla continuità degli eventi, anzi dà nuova luce a tutti i momenti della vita terrena del Signore, svelando il fine escatologico della sua missione che nella morte e resurrezione trova il suo culmine. Il Tempo Ordinario è un tempo significativo che, evocando progressivamente la vita di Cristo in opere e parole, chiama la comunità dei fedeli all’ascolto e alla testimonianza quotidiana del proprio credo. Per seguire Cristo non è necessario fare cose straordinarie, ma bisogna rendere straordinario l’ordinario, anche con un piccolo gesto d’amore, nella quotidianità della vita, là dove il Signore ci chiama.
L’una dopo l’altra, le domeniche del Tempo Ordinario, con le parabole del Regno di Dio, i miracoli di Gesù e i suoi insegnamenti sul valore della condivisione, capace di moltiplicare pani e pesci, ci inducono a riflettere sul significato profondo della nostra fede. E forse non è il caso che i paramenti liturgici si tingano di verde, il colore della speranza, quasi a voler ricordare a quale speranza siamo stati chiamati. (Ef 1,18). Passo dopo passo la Parola del Maestro ci aiuta a comprendere se onoriamo Dio con le labbra o con il cuore. E mentre la Parola, come un seme che cade in terra buona, produce i suoi frutti, il nostro cammino alla sequela di Cristo prosegue tra inciampi e cadute, ma a nostra insaputa, “di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce” (Mc 4,27)
La solennità del Cristo Re, Signore del tempo e della storia, alfa e omega, inizio e fine, chiude l’anno liturgico.