
“BENEDETTO CHI CONFIDA NEL SIGNORE”
Il testo evangelico della sesta domenica ci presenta il “discorso della pianura” di Gesù, secondo il Vangelo di Luca (parallelo del “discorso della montagna” che ritroviamo nel vangelo di Matteo). Un testo di grande rilevanza religiosa, missionaria ed etica. Gesù parla alla gente con semplicità ed usa il linguaggio più semplice per farsi capire dai piccoli e dai grandi, da chi è disponibile ad incontrarlo nella fede e nella sua umanità. Il suo messaggio è diretto a tutti e non esclude nessuno; prende in considerazione varie categorie di persone per definirle “beate”. I poveri, gli affamati, i sofferenti, i perseguitati, sono oggetto di speciale cura da parte di Dio e Gesù è vicino specialmente a loro, in quanto la vera beatitudine sta nell’accettare le prove della vita, con rassegnazione, ma anche con dignità.
Parimenti, Gesù prende le distanze da quanti fanno della loro vita un’esaltazione di se stessi e della loro onnipotenza. Per costoro arriverà il giudizio di Dio (il “guai”, riportato nel Vangelo). Felicità e guai spesso camminano nella storia di ognuno di noi.
Alla luce di questo brano possiamo capire che la persona davvero beata è colei che entra in questa prospettiva di fede, che sa valorizzare anche il dolore e la sofferenza come via di felicità.
Gesù ci insegna a non mettere il benessere e la ricchezza al primo posto, per farne un valore assoluto e supremo, a non legare il proprio cuore alle ricchezze e ai beni terreni. Non è sbagliato possedere; è profondamente iniquo essere posseduti, cioè essere schiavi della ricchezza, a tal punto da ricercarne un godimento egoistico, e non un mezzo di felicità per tutti, specie per i meno fortunati.
don Francesco, vostro parroco