XXIII Domenica del Tempo Ordinario 2024

“EFFATA’, APRITI!” 

Il brano evangelico della 23^ domenica del tempo ordinario ci  presenta un episodio di guarigione di un sordomuto. Il territorio dove  avviene il miracolo non è ben definito, ma è sicuramente un luogo  abitato da pagani. Gesù guarisce un sordomuto, quindi una persona  che è priva della parola, perché non riesce a sentirla; una persona  che non riesce a comunicare con nessuno e, quindi, per gli ebrei, da  evitare, associando la malattia fisica a quella morale.  

Gesù lo pone in disparte e ha cura di lui, parla con lui. Compie alcuni segni: gli mette le dita negli orecchi, come si fa nel rito  del Battesimo nel gesto detto dell’Effatà, cioè “apriti”, torna a vivere. Il Signore offre a quest’uomo la possibilità di tornare a comunicare,  tornare a sentire e a parlare, avere rapporti normali con la gente. 

Questo testo non è un semplice brano di guarigione, ma appare  già la nuova creazione, che si compie con Gesù. Nasce l’uomo nuovo  capace di comunicare con tutti. Il gesto poi avviene lontano dalla  folla, dal frastuono, poiché Dio agisce sempre nel segreto della  nostra vita, puntando ad un contatto personale con la gente. 

Da questo testo evangelico impariamo: 1. Prima di ogni  parola, ci deve essere l’ascolto. Di fatto il sordomuto non parla,  perché non riesce a capire. Ascoltare è la grande fatica di oggi! 2. La  vera comunicazione nasce dal silenzio. 3. Il nostro modello di  comunicazione è Dio, che non ha scelto la via della solitudine, ma  della comunicazione. Un Dio che si rivela a noi nel silenzio, nella  Parola, nell’incontro, che ci ama personalmente, ci chiama in  disparte per renderci amici suoi. “Effatà, Signore, apri il mio cuore, la  mia bocca, per testimoniare al mondo il Tuo Amore!” 

  

 don Francesco, vostro parroco