“ASCOLTATELO!”
“Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!”: con queste parole il Padre conferma sul Tabor la rivelazione fatta già al momento del Battesimo di Gesù al fiume Giordano per opera di San Giovanni Battista. Il Padre indica la relazione che sussiste con il Figlio suo e il mistero della messianicità di Gesù.
Ciò che oggi la Parola evidenzia è però l’incomprensione dei discepoli di fronte al mistero del Figlio di Dio. Viene da pensare che Gesù abbia portato sul monte gli apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni per svelarsi loro, per cercare di portare verità nei loro dubbi, offrendo un’anticipazione della gloria di risorto, fino a quel momento soltanto annunciata. Ciò che hanno udito da Gesù, ora è visibile ai loro occhi: è una conferma per il loro cammino di vita e di sequela del Maestro.
L’evento della Trasfigurazione ripropone con forza il senso di una fede che è adesione all’invisibile. O si entra in questo orizzonte, oppure si resta intrappolati in una mentalità logico-razionale, tipica del nostro occidente, che non può che allontanare da Dio.
Il Vangelo sembra anche voler rispondere ad alcuni interrogativi che sorgono nei discepoli: chi è questo Gesù che dice di essere il Figlio dell’uomo e che allo stesso tempo parla di croce? Se è così, quale Messia egli è?
Sul Tabor risuona la voce del Padre: “Ascoltatelo!” E’ l’invito rivolto ad ogni discepolo, di saper cogliere nella strada della croce, la via della risurrezione.
Il Padre ci dona, nella sequela di Cristo, un’immagine viva della sua/nostra Pasqua e ce ne fa pregustare la gioia e la gloria. La sua luce ci illumina e infonde, nell’oggi della nostra vita, una grande speranza e fiducia nel cammino. Ci sprona a passare dalla morte alla vita, nel dono di noi stessi.
don Francesco, vostro parroco