SORGENTE DI ACQUA CHE ZAMPILLA PER LA VITA ETERNA
Dopo l’esperienza di cielo e di gloria sul Tabor con la pagina della Trasfigurazione di Gesù, la parola evangelica della 3^ domenica di Quaresima ci riporta nel deserto.
Con l’evangelista Giovanni che ci accompagnerà per le prossime domeniche, riviviamo oggi l’incontro tra Gesù e la donna samaritana. Stanco per il viaggio e sfinito dal caldo torrido del mezzogiorno palestinese, Gesù si siede al pozzo di Giacobbe e a quella donna che si avvicina per attingere acqua avanza la sua richiesta: “Dammi da bere!” Mi piace questo Gesù che sceglie di aver bisogno di lei, che rompe gli schemi (lui giudeo chiede dell’acqua ad una donna e per di più samaritana), che allunga la mano e chiede, pur di aprire uno spiraglio nel cuore di quella donna. Mi piace questo Messia che non si impone con la forza, con la violenza, ma si propone con il suo bisogno per iniziare un dialogo con lei e guidarla alla scoperta della sua vera sete. Mi piace questo Rabbì che non giudica e non scaglia sentenze, ma accompagna con ferma dolcezza a scoprire qual è la vera arsura che rende inquieto il cuore.
Questo incontro tra Gesù e la Samaritana illumina il nostro cammino quaresimale. Anche noi siamo chiamati a guardarci dentro, a dirci la verità come ha fatto la donna di Samaria. A dare un nome alla nostra “sete”: sete di felicità, di libertà, di verità, di giustizia, di fraternità, di pace. Questa sete ha un nome solo: sete di vita, di senso della vita; in una parola, sete di Dio. La nostra vita spirituale va irrigata con l’acqua viva dello Spirito, per dissetare la nostra sete di infinito.
don Francesco, vostro parroco