“UN DIO DALLE BRACCIA APERTE”
Il Vangelo di Luca della 25^ domenica ci invita a riflettere sull’uso dei beni, sul nostro rapporto con la ricchezza. L’evangelista dedica a questo argomento l’intero capitolo 16, costituito da due parabole e da alcuni detti, qui radunati perché incentrati sullo stesso tema.
La prima parabola, detta dell’amministratore astuto, suscita notevoli perplessità, perché sembra proporre a modello di vita un comportamento disonesto. In realtà, poiché si tratta di una parabola, il testo non va inteso come un insegnamento esplicito di Gesù, ma come il racconto di un’esperienza tratta dalla vita comune, e dunque ben nota a quanti ascoltavano, in cui a un certo punto emerge un motivo dominante, un elemento su cui l’ascoltatore è chiamato ad esprimere un giudizio e a confrontare la propria vita: “il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza” (v.8).
La scaltrezza lodata da quel padrone non ha però un’accezione negativa; la ritroviamo in altri passi evangelici con un significato nettamente positivo, di chi è ragionevole, giudizioso, prudente e saggio (l’uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia; le vergini sagge che presero con sé anche dell’olio di riserva in piccoli vasi).
Saggio è chi non rifiuta obbedienza al progetto di Dio. Ciò che sta a cuore a Gesù è mostrare, attraverso questo racconto, come, in una situazione assolutamente disperata per quell’amministratore, quest’ultimo abbia saputo comportarsi con prontezza e lucida determinazione, al punto da meritare l’elogio del suo padrone.
don Francesco, vostro parroco