“NESSUN PROFETA E’ BENE ACCETTO NELLA SUA PATRIA”
Il testo evangelico di questa 4^ domenica del Tempo Ordinario ci riporta a Nazareth, dove Gesù ha vissuto per trent’anni, dove lo hanno visto crescere e la gente conosce la sua famiglia e i suoi parenti. Le reazioni che il suo intervento suscita nella sinagoga sono anche di meraviglia per “le parole di grazia che uscivano dalla sua bocca”, ma soprattutto di ostilità e di rifiuto, tanto che Gesù viene cacciato.
Può presentarsi anche a noi questa situazione quando l’insegnamento di Gesù non collima con i nostri desideri o le nostre attese. La Sua Parola domanda conversione, un cambio radicale nella nostra vita, da ciò che ci allontana da Lui e dal suo insegnamento. Gli abitanti di Nazareth vedono in Gesù colui che può risolvere i loro problemi. Gesù a sua volta si presenta come profeta, le cui guarigioni sono un segno profetico che annuncia l’avvento del Regno di Dio nella vita degli uomini, in particolare dei piccoli e dei poveri. Gesù vuole sottolineare con esempi concreti (la vedova di Sarepta di Sidone e Naaman il Siro) come Dio si prende cura di chi si lascia incontrare da Lui e pone completamente la sua vita nelle Sue mani.
Il primato dell’amore emerge chiaramente in questa pagina evangelica. Chi riconosce l’Amore di Dio e si lascia avvolgere da questa grazia, con il Suo aiuto può diventare un segno di questo Amore nelle relazioni familiari, amicali e comunitarie.
L’amore o, per dirla con San Paolo, la carità, “tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine”.
don Francesco, vostro parroco