XXIV Domenica del Tempo Ordinario – 2025

ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE 

Oggi celebriamo la Festa dell’esaltazione della santa Croce.  Molti si domandano come si possa festeggiare uno strumento di  morte; ma per noi cristiani la croce non è uno strumento di morte ma  di vita.  

Oggi, purtroppo, molti cristiani hanno spazzato via o peggio  strumentalizzato, a causa di una moda consumistica, il simbolo della  croce. Don Tonino Bello diceva che la croce pende dai nostri colli ma  non sulle nostre scelte. Orecchini, collane, disegni: oggi la croce  appare in tanti modi ma è svuotata dal senso più profondo: l’amore  di Dio per noi e la gravità del nostro peccato.  

Occorre alzare il nostro sguardo per contemplare colui che per  amor nostro è salito sulla croce. Un innalzare lo sguardo che non  deve suscitare paura, ma gratitudine. Davanti a questo suo grande  amore, basta ripiegarci su noi stessi, basta alimentare i nostri inutili  sensi di colpa! Non dimentichiamo mai che «se il nostro cuore ci  condanna, Dio è più grande del nostro cuore» (cfr. 1Gv 3,20). 

Che la croce di Gesù possa illuminare la nostra mente affinché  anche il nostro agire parli d’amore, parli del suo amore, di quanto Dio  ci ha amati, fino a dare suo Figlio Gesù. 

«La croce l’abbiamo inquadrata nella cornice della sapienza  umana e nel telaio della sublimità di parola. L’abbiamo attaccata con  riverenza alle pareti di casa nostra, ma non ce la siamo piantata nel  cuore. Pende dal nostro collo, ma non pende sulle nostre scelte. Le  rivolgiamo inchini e incensazioni in chiesa, ma ci manteniamo agli  antipodi della sua logica. L’abbiamo isolata, sia pure con tutti i  riguardi che merita” (don Tonino Bello). 

 don Francesco, vostro parroco