
ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE
Oggi celebriamo la Festa dell’esaltazione della santa Croce. Molti si domandano come si possa festeggiare uno strumento di morte; ma per noi cristiani la croce non è uno strumento di morte ma di vita.
Oggi, purtroppo, molti cristiani hanno spazzato via o peggio strumentalizzato, a causa di una moda consumistica, il simbolo della croce. Don Tonino Bello diceva che la croce pende dai nostri colli ma non sulle nostre scelte. Orecchini, collane, disegni: oggi la croce appare in tanti modi ma è svuotata dal senso più profondo: l’amore di Dio per noi e la gravità del nostro peccato.
Occorre alzare il nostro sguardo per contemplare colui che per amor nostro è salito sulla croce. Un innalzare lo sguardo che non deve suscitare paura, ma gratitudine. Davanti a questo suo grande amore, basta ripiegarci su noi stessi, basta alimentare i nostri inutili sensi di colpa! Non dimentichiamo mai che «se il nostro cuore ci condanna, Dio è più grande del nostro cuore» (cfr. 1Gv 3,20).
Che la croce di Gesù possa illuminare la nostra mente affinché anche il nostro agire parli d’amore, parli del suo amore, di quanto Dio ci ha amati, fino a dare suo Figlio Gesù.
«La croce l’abbiamo inquadrata nella cornice della sapienza umana e nel telaio della sublimità di parola. L’abbiamo attaccata con riverenza alle pareti di casa nostra, ma non ce la siamo piantata nel cuore. Pende dal nostro collo, ma non pende sulle nostre scelte. Le rivolgiamo inchini e incensazioni in chiesa, ma ci manteniamo agli antipodi della sua logica. L’abbiamo isolata, sia pure con tutti i riguardi che merita” (don Tonino Bello).
don Francesco, vostro parroco