II Domenica del Tempo Ordinario 2025

“IL PRIMO SEGNO DI GESU’ AD UNA FESTA DI NOZZE” 

Il Natale che da poco abbiamo celebrato ci ha raccontato il vero  volto dell’Altissimo, che, per amore, mostra la sua divinità nella  piccolezza di un bambino. Natale è Dio che si racconta, Dio che si  rende visibile, che si lascia toccare ed amare, proprio come si  accarezza e si ama un bambino. 

La parola evangelica di questa domenica, iniziando il cammino  del tempo ordinario, ci riporta il “segno” compiuto da Gesù a Cana di  Galilea ad una festa di nozze: si realizza l’incontro tra Dio e l’umanità,  tra Cristo sposo e il popolo d’Israele.  

Lo sposalizio rivela il legame d’amore che unisce Dio all’uomo  e annuncia il compimento delle profezie e la stipula di una “nuova  alleanza”. La vecchia alleanza col popolo d’Israele è diventata  “vuota”, infruttuosa: le giare della purificazione, simbolo della vecchia  alleanza fatta di leggi e prescrizioni, sono vuote e sono sei, cioè sette 

(numero perfetto) meno uno, incomplete… Ma ecco che, grazie  all’intervento di Maria, Gesù viene invitato a “salvare” questa festa:  l’acqua trasformata in vino è il segno messianico della presenza di  Dio, del nuovo banchetto, dei tempi nuovi inaugurati da Cristo. 

A Giovanni sta a cuore sottolineare che il miracolo compiuto da  Gesù deve essere letto non come un fatto prodigioso, ma appunto  come “segno”. Infatti il nodo centrale di tutto il racconto non sta nella  trasformazione dell’acqua in vino da parte di Gesù, ma in quello che  la sua azione prodigiosa suscita nel cuore dei discepoli: la fede.  

Anche Maria ci dona un insegnamento preciso e prezioso; sono  le uniche parole sue riportate nel Vangelo di Giovanni: “Qualsiasi  cosa vi dica, fatela”. 

 don Francesco, vostro parroco