
“IL PRIMO SEGNO DI GESU’ AD UNA FESTA DI NOZZE”
Il Natale che da poco abbiamo celebrato ci ha raccontato il vero volto dell’Altissimo, che, per amore, mostra la sua divinità nella piccolezza di un bambino. Natale è Dio che si racconta, Dio che si rende visibile, che si lascia toccare ed amare, proprio come si accarezza e si ama un bambino.
La parola evangelica di questa domenica, iniziando il cammino del tempo ordinario, ci riporta il “segno” compiuto da Gesù a Cana di Galilea ad una festa di nozze: si realizza l’incontro tra Dio e l’umanità, tra Cristo sposo e il popolo d’Israele.
Lo sposalizio rivela il legame d’amore che unisce Dio all’uomo e annuncia il compimento delle profezie e la stipula di una “nuova alleanza”. La vecchia alleanza col popolo d’Israele è diventata “vuota”, infruttuosa: le giare della purificazione, simbolo della vecchia alleanza fatta di leggi e prescrizioni, sono vuote e sono sei, cioè sette
(numero perfetto) meno uno, incomplete… Ma ecco che, grazie all’intervento di Maria, Gesù viene invitato a “salvare” questa festa: l’acqua trasformata in vino è il segno messianico della presenza di Dio, del nuovo banchetto, dei tempi nuovi inaugurati da Cristo.
A Giovanni sta a cuore sottolineare che il miracolo compiuto da Gesù deve essere letto non come un fatto prodigioso, ma appunto come “segno”. Infatti il nodo centrale di tutto il racconto non sta nella trasformazione dell’acqua in vino da parte di Gesù, ma in quello che la sua azione prodigiosa suscita nel cuore dei discepoli: la fede.
Anche Maria ci dona un insegnamento preciso e prezioso; sono le uniche parole sue riportate nel Vangelo di Giovanni: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela”.
don Francesco, vostro parroco