“IO SONO IL PANE DISCESO DAL CIELO”
Nel brano evangelico di Giovanni propostoci in questa domenica continua il discorso di Gesù nella sinagoga di Cafarnao sul “pane di vita”.
Un dato di fatto fa da sfondo a questa breve riflessione: abbiamo bisogno del cibo per poter vivere. Il cibo materiale ci è necessario. Ma anche la vita interiore, la vita dello spirito abbisogna di essere sostenuta da un pane che ci offre la vita eterna, un pane che ci sorregge nelle prove di ogni giorno e che orienti i nostri passi terreni verso il Regno dei cieli, dove un giorno godremo di Dio per sempre.
Sperimentiamo che tutto in questa vita ha un’aria di provvisorietà, di contingenza, di passaggio. Camminiamo come pellegrini, e nessuna tappa può essere considerata come definitiva. Possiamo cadere nel pericolo di pensare solo al tragitto e di dimenticare la nostra destinazione eterna. L’amore, tuttavia, non può limitarsi a ciò che succede: ha bisogno di un ancoraggio definitivo, dove trovare eternamente Dio.
Cristo stesso ci dà il suo corpo ed il suo sangue, dona se stesso, affinché non ci dimentichiamo mai della meta, e non ci manchino mai le forze necessarie per proseguire. Non siamo soli: la sua compagnia intima e misteriosa nell’Eucaristia ci fa gustare, già ora, la gioia di possedere, come caparra, le primizie di quella che sarà la vita eterna del cielo.
Grazie, Signore, perché resti con noi, perché ci accompagni lungo il corso della vita! Aiutaci ad accogliere sempre degnamente il “Pane di vita”, ad alimentarci col tuo corpo e col tuo sangue, per ottenere così la grazia di vivere sempre nel tuo amore.
don Francesco, vostro parroco