“GESU’, IL FIGLIO OBBEDIENTE AMATO DAL PADRE”
Il battesimo rappresenta una svolta nella missione del Figlio di Dio tra gli uomini. Si compie per Gesù la manifestazione a Israele con l’inizio della vita pubblica. Come la sua vita terrena è cominciata per mezzo dello Spirito (con l’annunzio dell’Arcangelo Gabriele a Maria di Nazareth), così per mezzo dello stesso Spirito prende avvio la sua vita apostolica.
Il cuore della pagina evangelica è la voce che risuona sulle rive del Giordano: “Tu sei il Figlio mio, l’amato”. Parole che attestano la relazione di Gesù con il Padre, e che rinviano – richiamandola – alla figura del “servo sofferente”, descritto dal profeta Isaia: “Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto in cui mi compiaccio” (Is. 42,1). Gesù richiama più volte, durante la sua opera evangelizzatrice, questa sua particolare relazione con il Padre. Tutta la sua missione è orientata a compiere la volontà del Padre.
Il battesimo con il quale Gesù si fa vicino all’umanità (consapevole della sua lontananza da Dio e bisognosa di un battesimo di conversione e rinnovamento) inaugura l’inizio della sua missione in Israele. La voce del Padre sottolinea la necessità di riconoscere e accogliere suo Figlio, il dono più grande all’umanità. A partire dal gesto del Battista si prospetta per Gesù un cambiamento che inaugura la sua missione: d’ora in poi Gesù sarà il profeta noto a tutto il popolo.
Sulle rive del Giordano non è presente solo Israele, ma l’intera umanità, chiamata a riconoscere colui che è più grande e più forte del Battista.
In questa celebrazione vogliamo ricordare anche il nostro battesimo, nel quale l’acqua e lo Spirito ci hanno rigenerati e fatti diventare figli di Dio, per ringraziare di questo dono.
don Francesco, vostro parroco