UNA VOCE DAL CIELO: “QUESTI E’ IL FIGLIO MIO, L’AMATO”
La liturgia di questa domenica dopo l’Epifania ci invita a riflettere sul primo atto manifesto di Gesù, all’inizio della vita pubblica: il Battesimo ricevuto da Giovanni Battista sulle rive del fiume Giordano. Questa festa è “ponte” tra le feste natalizie e il tempo ordinario, tra la contemplazione del mistero dell’incarnazione e l’impegno di metterci alla sua sequela come discepoli e amici. Facendosi battezzare il Figlio di Dio si è voluto rendere in tutto simile agli uomini, eccetto il peccato: uno di noi, uno con noi! Proprio perché “senza peccato”, ha potuto prendere su di sé il peccato di tutti ed intercedere presso il Padre per i peccatori. Dio, il Padre, lo riconosce e lo manifesta come il proprio Figlio e gli dona lo Spirito Santo.
Il suo Battesimo richiama anche il nostro: dalle acque della salvezza siamo stati rigenerati a vita nuova. E’ importante ricordare il giorno in cui siamo nati alla vita, ma altrettanto ricordare quello che ci ha visti diventare figli di Dio!
Don Lorenzo Milani, prete fiorentino morto nel 1967, diceva che le persone devono cominciare a ragionare con la propria testa, imparando a discernere le cose, non dando nulla per scontato, ma essere coscienti della propria dignità di uomini e donne. Parlare del Battesimo vuol dire riconoscere la grande dignità ricevuta e il conseguente impegno di testimonianza.
La Festa del Battesimo del Signore ci aiuti a cercare il vero volto di Dio nel Figlio suo Gesù Cristo, rivelazione della sua Gloria e del Suo eterno Amore.
Ricordiamo il giorno del nostro Battesimo!
don Francesco, vostro parroco