AMA IL TUO PROSSIMO E RIVELI IL DIO IN CUI CREDI
In questa 15^ domenica del Tempo Ordinario, nel testo evangelico di Luca ci viene narrata la parabola del buon Samaritano: è l’esaltazione dell’amore che non conosce frontiere di cultura, di religione e di persone.
Gesù con queste parole chiede l’impegno “personale” per il fratello in difficoltà, chiunque egli sia. Il racconto della parabola scaturisce da una domanda fondamentale: “Cosa devo fare per ereditare la vita eterna?” Gesù invita a trovare nella Legge di Mosè la risposta giusta, e cioè amare Dio, il prossimo e se stessi.
Ma quale “prossimo” amare? Il dottore della legge rilancia a Gesù la domanda: “E chi è il mio prossimo?”, chi devo considerare mio prossimo? A questo punto Gesù racconta quella stupenda parabola che ben conosciamo. “Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico”. “Un uomo”: chi sia o non sia non ha importanza; prossimo è chiunque tu incontri sul tuo cammino, prossimo è chiunque ha bisogno di te. Ma una volta chiarito chi è il tuo prossimo, e cioè tutti, senza alcuna distinzione, e principalmente chi è nel bisogno, più importante è farsi prossimo, farsi vicino, farsi solidale con chiunque si trovi in difficoltà.
Proviamo a fare qualche esempio: piccoli gesti, semplici e significativi per incarnare questa pagina evangelica nella nostra vita: dire una parola buona e positiva a chi incontriamo; fare un po’ di compagnia a chi vive nella solitudine; saper ascoltare un po’ chi ha il cuore colmo di dolore; prestare qualche piccolo servizio a chi è in difficoltà o per età o per salute; visitare una persona inferma, per comunicare un po’ di affetto.
don Francesco, vostro parroco