“LA BOCCA ESPRIME CIO’ CHE DAL CUORE SOVRABBONDA”
In questa ottava domenica del Tempo Ordinario, sia nella prima lettura, come nel Vangelo, viene data importanza alla parola per riconoscere una persona realmente retta e buona. In particolare nel Vangelo di Luca è riportata l’ultima parte del cosiddetto “discorso della pianura”. Gesù esprime la sua critica rispetto all’ipocrisia e alla falsa religiosità. Con parole forti e provocatorie il Signore non perde occasione per invitarci a far luce dentro di noi, ad aprire tutte le pieghe della nostra coscienza alla luce del sole di Dio, in modo che non resti nessuna ombra e nessuno spazio per le tenebre. Questo è il senso dell’insegnamento che oggi ci dà il Signore.
L’evangelista Luca annota che Gesù, rivolgendosi ai suoi discepoli disse: “L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male”. Sono parole molto forti, ma che ci aiutano a riflettere.
Per i farisei un’azione è buona se concorda esternamente con la legge di Dio. Per Gesù, invece, un’azione è buona soltanto quando esce da un cuore buono: altrimenti è una finzione, una ipocrisia. A questo punto viene spontaneo chiederci: come faccio a sapere se le mie azioni partono da un cuore buono? A questa domanda risponde Gesù stesso: “Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo”.
don Francesco, vostro parroco