In questa terza domenica del cammino quaresimale la liturgia della Parola ci parla della Legge antica, donata da Dio a Mosè; legge che ha svolto la sua funzione prima dell’arrivo del Messia sulla terra. Dio ha liberato il suo popolo dalla schiavitù e desidera che esso liberamente entri in alleanza con lui. La Legge data a Mosè regola i rapporti con Dio e con il prossimo, indica al suo popolo l’unica strada, percorrendo la quale può essere sicuro di trovare la benedizione del suo Dio, la pace e la prosperità. Questa legge conserva il suo valore morale solo alla luce della nuova legge inaugurata dal Messia. Così il tempio antico è sostituito dal tempio della Nuova Alleanza, che è lo stesso Gesù: tempio nuovo, distrutto dalla morte, ma “ricostruito” nella risurrezione. La scena dei venditori cacciati dal tempio e la profezia su nuovo tempio, descritta dall’evangelista Giovanni, sono un annuncio misterioso della Pasqua, che sostituirà quella dei Giudei. Gesù parla del tempio con rispetto, come della casa di Padre. E compie un atto di autorità, lui che non ha alcun potere istituzionale. Constata che da luogo di incontro con Dio, è divenuto un mercato. Il popolo è più preoccupato di acquistare la benevolenza di Dio attraverso il sacrificio di animali, che di cercare la giustizia. Non c’è vero culto, senza preghiera e vita santa.
Signore Gesù, avevano trasformato la casa di tuo Padre in un mercato. Ora sei tu la casa del Padre: passato attraverso la morte, sei risorto e vivi in eterno, tempio sempre aperto per noi. Spesso vaghiamo cercando vita, bussiamo a porte chiuse, che nascondono il niente o aperte su illusioni di morte. Tu che leggi nel nostro cuore il desiderio vero d’incontrare te, prendici per mano e guidaci al mattino di luce della nostra Pasqua.
don Francesco, vostro parroco