Beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto” Lc 1,45
Lo Spirito Santo dona l’intuizione della verità di un Dio che è in noi e con il quale si cammina… Ed ecco che Maria si mette in cammino verso colei, la cugina Elisabetta, che la confermerà in questa fede, riconoscendo nel suo grembo il Figlio di Dio (semplicemente inaudito!). Così Dante apostrofa Maria: “Vergine Madre, figlia del tuo figlio, umile e alta più che creatura, termine fisso d’etterno consiglio, tu se’ colei che l’umana natura nobilitasti si’, che ‘l suo Fattore non disdegnò di farsi sua fattura”.
Per noi è troppo grande il mistero dell’Incarnazione, di questa inaudita vicinanza del Dio che si fa accanto, si fa uomo.
O ci lasciamo toccare dall’”intuizione” dello Spirito Santo e dalla testimonianza di altri che hanno creduto e visto o non scatterà la scintilla della fede.
Abbiamo bisogno di Maria Santissima per credere, abbiamo bisogno di “colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto”. Abbiamo bisogno della compagnia di Maria per camminare in questa prima beatitudine evangelica: chi impara a fidarsi di Dio cammina nella beatitudine del credente, non è che le fatiche e i pesi della vita scompaiano, semmai scopriamo che qualcun Altro li porta con noi.
Chiediamo a Maria di poter vivere questa beatitudine del credere, per sentirci confermati nella presenza di un Dio vicino, in Gesù e nella compagnia degli uomini “amati da Dio”.
La mangiatoia, in cui troveremo Gesù, il Dio-Uomo, o è dentro a noi stessi o non è! La mangiatoia giace nel profondo, nel presepe della nostra coscienza, nella fatica dei giorni, in cui si cerca e si scopre il volto di Dio nel sorriso di un bimbo, di un uomo, di un vecchio perché Dio si è fatto uno di noi e ci ha resi figli di Dio Padre. Buon Natale.
Don Ferruccio Furlan