“Perché avete paura?” (Mc 4,40)
Sulla barca della vita ritorna l’eterna domanda alla quale bisogna dare una risposta, altrimenti la traversata della storia diventa difficile: “Non ti importa che siamo perduti?” (Mc 4,38)
Ognuno si chiede il perché dell’onda minacciosa del dolore, e nel momento in cui si è chiamati a fare l’esperienza della morte degli affetti è difficile fuggire altrove. La tragicità delle ore giudica la profondità della fede: se Dio dormisse sulla nostra esistenza sarebbe impossibile salvarsi nella tempesta. L’onda anomala della sconfitta sconquassa ogni cosa e mette a dura prova lo scafo. In un istante tutto può esserci contro, e Gesù sembra dormire. “Non ti importa che siamo perduti?”. Gli uomini gridano a Dio la loro delusione ma Dio non abbandona le vie della compassione: “Non avete ancora fede?”.
Gesù rimane sempre sulla nostra barca. Gesù non è venuto a risolvere magicamente i nostri problemi, ci mostra Dio compagno di viaggio nella sofferenza e grida al vento di ogni disperazione: “Taci!”.
Il Dio con noi non elimina da subito il vento contrario, ma ne dà una lettura diversa, nuova. Non abbiate paura ma abbiate fede per affrontare le paure della vita, del dolore, del destino, dell’altro, della diversità, del mondo, la paura della morte.
Avere fede è affrontare il vento contrario con una cognizione diversa. La compagnia di Cristo ti fa sentire il nuovo che avanza senza avere più paura.
Gesù ci da il coraggio della speranza per affrontare il nostro futuro e allora anche il vento contrario nelle sue braccia può diventare una brezza leggera che ci accarezza il volto.
don Walter, vostro parroco