SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO

“Prendete, questo è il mio corpo”. (Mc 14,22)

Pane spezzato per la salvezza del mondo: Dio si mette nelle mani degli uomini. Cristo si fa pane e apre alla storia una nuova comprensione del cielo. Per amore Dio si rende pane commestibile per nutrire la speranza, l’umanità è resa parte del banchetto della festa definitiva.

Il pane descrive l’intera storia umana: non c’è un posto sulla terra dove gli uomini non cerchino pane, non lavorino per consegnarlo ai figli. Non c’è posto della terra dove il pane non segni il confine tra libertà e schiavitù. Dire pane è dire vita. Le forme sono diverse, può cambiare il nome, ma sempre il pane descrive l’uomo. Dal seme alla farina è un cammino lento: il seme spezzato, il tempo per la maturazione, la lotta necessaria contro il freddo e il caldo e infine lo spuntare della spiga. Per quel pane lavorano il sole, il fuoco, l’acqua, la terra e l’aria, lavorano gli uomini.

La stessa parola che passa amicizia e solidarietà ha il sapore e l’odore del pane. Posso dire compagno a qualcuno soltanto se spezzo il pane con lui, se sono cum panis.

Dio in Cristo si fa vita e porta in essa la gioia del suo pane: ringraziare è necessario, come abbandonare i toni di tristezza e sorridere per la vita ricevuta. Eucaristia è pane del ringraziamento: i colori, i sapori, gli aromi della preghiera possono essere espressione di allegria, di gioia e di festa.

Ringraziare è imparare a non lamentarsi: ce la possiamo fare, ce la dobbiamo fare perché Cristo è nostro compagno di vita.

Don Walter, vostro parroco