“Amatevi gli uni gli altri” (Gv 15,17)
Questo è il comandamento nuovo: l’amore.
Mai parola rischia di essere più fraintesa. L’inflazione oggi non è solo della moneta, non esiste soltanto un’economia di mercato, la recessione si muove nelle lettere del verbo amare e provoca un cambiamento di senso e di direzione: non è più un movimento dal sé agli altri, ma dettato dal che cosa ne può venire in cambio.
L’amore è vittoria sui propri limiti, luogo in cui Dio rivela se stesso. Oggi la smania del possesso sembra dire all’uomo che vale più la pena di guardarsi le spalle dagli altri che dare la vita per qualcuno. Eppure l’amore diventa l’unica rivoluzione possibile per l’unità del genere umano, la stra per incontrare il volto dell’Altissimo.
Il Vangelo è innanzitutto annuncio di carità, per questo non posso parlare di Dio a chi ignoro come uomo, a chi è offeso nella sua dignità.
L’annuncio della fede senza l’annuncio della carità è falso. Una carità che salva, che soccorre, che realizza ponti di giustizia viene prima della verità proclamata. Oggi invece, c’è più voglia di puntualizzare, di stabilire differenze e distanze, più voglia di separazione all’interno delle stesse città e delle stesse famiglie, piuttosto che lottare per la vicinanza.
Non ci accorgiamo che più si divide, distinguendo e contrapponendo, e più vince la solitudine. C’è anche una solitudine del presunto credente, di chi pensa di potersi salvare solo perché crede in Dio senza lasciarsi provocare dalla vicinanza degli uomini, senza combattere per sentirli fratelli: eppure sa soli non c’è salvezza…
Don Walter, vostro parroco