“Abbiamo visto il Signore!” (Gv. 20,25)
Riecheggia nella domenica in albis la gioia dell’Alleluia: è Pasqua e lo sarà per sempre. I discepoli, increduli davanti all’assurdo, sono convinti di dover gridare al mondo la loro fede.
L’assurdo di una verità esaltante, ma non facile da passare, fa della storia di Tommaso una pedagogia di annuncio.
Avere fede non significa accettare un credo precofenzionato, ma cercare per trovare, domandare per avere risposte, bussare per sentirsi gridare da chi è già entrato: ”Vieni anche tu alla festa!”
La fede è un dono ma la curiosità e la ricerca fanno parte del patrimonio genetico dell’uomo. La fede vuole essere provocata dalle domande per crescere, per essere pronta al momento della prova e dare ragione di se stessa.
Il vero credente è colui che di fronte all’idea di una vita oltre la morte si pone domande e non ha paura di porsele. Una fede senza ricerca è una fede stagnante, animata dalla paura di non saper trovare risposte.
Don Walter, vostro parroco.