“Fu trasfigurato davanti a loro” (Mc 9,2)
La Quaresima è tempo di riflessione per scrutare il disegno di un Dio che si fa carne crocifissa per la nostra salvezza; tempo di speranza per vincere con il Vincitore la morte e gridare finalmente: “E’ risorto!”.
La nostra speranza è la rivincita sulla morte, perché con la morte la vita non è tolta, ma trasformata. Questa la novità dell’annuncio. Credere in Dio e ritenere che ci sia un’altra vita oltre la morte è convinzione diffusa indipendentemente dalle religioni, ma credere nella risurrezione della carne sconvolge, cambia le coordinate di qualsiasi pensiero sul destino dell’uomo e non di rado provoca ironia e sarcasmo: “Su questo ti ascolteremo un’altra volta!” (At 17,32). Molti si interrogano sul futuro della vita dopo la morte, l’aldilà intimorisce e affascina, ma quando si ragiona su quello che verrà dopo la vita, spesso si immagina una continuità evanescente. I più concoludono che dopo la morte qualcosa ci sarà, ci deve essere, ma è materia di chi lo vedrà.
La risurrezione è il cuore del Vangelo, è la prova della sua verità e non riflettere su di essa, non esserne provocati, è come sentirsi dire dal Maestro: “Questo popolo mi onora con le labbra ma il suo cuore è lontano da me!” (Is 29,13). Dire “io credo” è legare la propria fede alla risurrezione della carne, è dare il proprio giudizio sulla vita e sulla morte. La singolarità del pensiero cristiano è credere ad una continuità tra la vita e la morte, in cui il dopo non è in opposizione alla vita.
Don Walter, vostro parroco