“Tutti ti cercano?” (Mc 1,37)
Il Maestro andava in tutte le città ad annunciare il Vangelo, a portare speranza. Compromettersi con il mondo è lasciarsi abbracciare dal dolore di chi soffre, è rischiare la parola della consolazione. Vano sarebbe predicare, senza calarsi nella passione sofferta dell’uomo, così vera, così inquietante. La compassione è l’anima dell’annuncio, solo le braccia che stringono al petto l’afflitto, solo il sorriso e le carezze compassionevoli, solo la testimonianza rendono credibile la Parola.
Il credente non può rispondere al suo Dio con i semplice assenso intellettuale, non può affermare solo con le labbra di avere fede, ma facendo sua la volontà del Padre. “Pur essendo liberi, si diventa servi per guadagnarne il maggior numero, deboli con i deboli, per guadagnare i deboli: tutto per il Vangelo” (cfr. 1Cor 9,19)
Tutti cercano il Maestro e Lui si lascia trovare da chi lo cerca. Il discepolo non affronta il mondo presuntuosamente, non avverte il bisogno di fare proseliti, ma avverte l’ansia di annunciare a tutti quello che ha visto e toccato, perché sa che gli uomini non possono fare a meno di Gesù.
E’ convinto che anche coloro che non lo conoscono lo cercano e hanno il diritto di incontrarlo. Sa che quanti sarà annunciato il Vangelo sarà data la guarigione.
Per salvare l’uomo, per convincerlo riguardo al suo futuro, per sanarlo da ogni male, Gesù è la Via e la Verità e la Vita. “Guai a me se non annunciassi il Vangelo!” (1Cor 9,16)
Tutti cercano Gesù di Nazareth, tra loro anch’io.
Don Walter, vostro parroco