Avete mai provato ad aprire un giornale? Tra Papa Francesco, guerre sante, questioni etiche e mondanità, le parole delle religioni abbondano ovunque! Avete mai osservato abbigliamenti e prescrizioni che portano credenti a vestire e a vivere diversamente la fede? Mai controllato sulle Pagine Gialle quanti sono i nuovi luoghi che propongono corsi spirituali?
E che dire del calendario? Per non parlare del cibo e di tutti i comportamenti derivati dalle regole religiose. Alla televisione spopolano frati e suore, alla domenica son più di dieci le Messe trasmesse. E i milioni di persone che si recano in pellegrinaggio? Oltre al fatto che i figli battezzati superano ancora il novanta per cento …
Che significa allora non c’è più religione?! E’ vero, la confusione tra tradizioni e religione è ancora tanta, ma questo è sempre accaduto. La novità è però che son sempre di più le persone che si occupano per fede degli altri, ovvero che son mosse da fiducia, da speranza, da compassione per sostenere, accompagnare, consolare vivere la prossimità nei confronti di chi sperimenta disagio e solitudine.
Son molti di più quelli che pensiamo, ma non fanno notizia, e non trovano spazio nemmeno tra le pieghe della religione di cui parliamo.
Forse allora dovremmo trovare un nuovo vocabolario in grado di distinguere le parole. E dar loro senso. Per scoprire che le cose non son proprio sempre così come noi le pensiamo…
Centro per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso – Trento 2017