“Effatà, cioè: Apriti?” (Mc 7,34)
“Effatà, apriti!”… è una nuova condizione, un nuovo modo di essere di fronte agli avvenimenti della vita, è consapevolezza di uno sguardo aperto, ottimistico, provocato dalla speranza che in Cristo sarà vinta per sempre la morte.
Un’apertura alla vita che si dispiega anche nella necessità di garantirla a tutti, soprattutto ai più sfortunati, ai più deboli.
Dire fede è dire liberazione, la mia e quella dei fratelli che non riescono ad avvertirla. Gesù annuncia il Vangelo del Regno e lancia la sfida alla povertà, ad ogni povertà, e chiede a coloro che vogliono essere suoi amici di combattere al suo fianco la buona battaglia.
Gesù apre le orecchie ai sordi, scioglie la lingua ai muti, ancora pronuncia effatà perché sia vinta ogni incomunicabilità che provoca egoismo e morte. Effatà perché si apra un’economia che sia davvero capace di vincere la diabolica divisione tra gli uomini e portare una equa distribuzione dei beni della terra.
Effatà ai muti di una società senza più dialogo. Una società che per garantire il proprio interesse ha chiuso la comunicazione ai bisogni e alle richieste dei fratelli con il risultato del prevalere della solitudine, una invincibile solitudine.
Effatà è una sconvolgente provocazione al nostro tempo. È sciogliere il silenzio che tormenta dentro, è ritornare alla parola amica, alle parole che legano, è ritornare ad essere uomini.
don Walter vostro parroco