“Venite e vedrete” (Gv 1,39)
La richiesta dei discepoli, “Maestro, dove abiti?”, nasconde il desiderio di un incontro e il bisogno rassicurante di risposte. “Dove sei? Perché mi nascondi il tuo volto? Perché tutto questo?”. Sono domande che attraversano la storia umana e narrano la sua inquietudine. Se non avesse la libertà di porre queste domande a Dio, l’uomo sarebbe meno uomo; senza ascoltarle, Dio, il Padre di nostro Signore Gesù Cristo, sarebbe uguale agli altri dèi costruiti da mani d’uomo, divinità senza orecchie e senza cuore.
Il Figlio dell’Uomo, invece, si carica delle inquietudini della storia e, pronto a liberare la Parola nel tempo, la risposta del Padre suo, si presenta a Giovanni come compagno dei derelitti e degli abbandonati. Senza dire ancora nulla, grida con la sua testimonianza quale sarà la risposta. L’uomo del deserto decifra quel silenzio: “Ecco l’Agnello di Dio”. (Gv 1,36) Ecco chi aspettavamo, chi può liberarci, superare il male, scoprire la via che libera dal peccato, è grande opportunità.
“Venite e vedrete” è provare ad essere coraggiosi dell’amore che Dio ci offre, un amore che salva, che perdona. Sarebbe davvero un peccato vivere senza questa liberazione.
Don Walter, vostro parroco