“IO SONO IL PANE DELLA VITA”
Dopo il “segno” della moltiplicazione dei pani e dei pesci, raccontata da S. Giovanni nel testo evangelico della scorsa domenica, ora la nostra attenzione si concentra sulle parole pronunciate da Gesù nella sinagoga di Cafarnao: un lungo discorso,
attraverso il quale Gesù svela la sua identità. Se la manna ha nutrito per 40 anni il popolo d’Israele, durante il cammino nel deserto, ora è Lui stesso ad affermare: “Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!”.
Gesù continua ad offrirsi a noi come l’unico vero bene, capace di dare compimento alle nostre più profonde aspirazioni. Lui è il cibo che alimenta in noi la vita senza fine, in comunione con Dio. Lui è il pane del cielo: il Pane di Dio che scende dal cielo e dà la vita al mondo.
Questo “pane” interpella la nostra fede. Una fede che va tradotta in vita, celebrando l’Eucaristia e attingendo continuamente da essa alimento per un’esistenza secondo il Vangelo.
Ripensando però alla nostra vita, dobbiamo ammettere che tante volte abbiamo cercato del pane incapace di saziare, che non racchiudeva in sé la vita. Chiediamo al Signore di perdonare non tanto la nostra fame, quanto d’aver ricercato un nutrimento che non era pane di giustizia, di verità, di santità. L’uomo – lo sappiamo – ha bisogno anche del cibo materiale, deve procurarsi il necessario per vivere.
Gesù con le sue parole non vuole certo indurre nessuno all’ozio, alla pigrizia, ma ricordarci che è importante procurarsi il cibo che nutre lo spirito. Gesù ci dice: “E’ il Padre mio che vi dà il pane del cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo”.
don Francesco, vostro parroco