XXII Domenica del Tempo Ordinario

“DIO E IL CUORE DELL’UOMO” 

Il Dio d’Israele è un Dio infinitamente vicino al suo popolo. Un  Dio fedele che non cessa di manifestare la sua presenza quando lo  si invoca, che risponde alla preghiera del suo popolo. Israele è  esortato ad obbedire, ad ascoltare e mettere in pratica i  comandamenti del suo Dio. A custodire i suoi ordini per ricevere il  paese promesso ai padri. L’obbedienza di Israele è il segno della  sua fiducia nel suo Dio. Non è una sottomissione servile, ma  un’opportunità per il popolo di porre nell’osservanza dei decreti del  Signore sapienza e intelligenza. La sapienza è l’arte di vivere che  fa somigliare a Dio. E l’intelligenza è la capacità di conoscere la  volontà di Dio e di seguirla. 

Il cuore, secondo la Bibbia, non è solo la sede dell’affettività,  dei sentimenti, dell’amore, ma il nucleo dell’essere di ogni persona.  E’ il cuore che il credente orienta verso Dio, come la bussola si  orienta al nord. Per questo Gesù chiama i discepoli a liberarsi dal  legalismo come sicurezza di salvezza e di integrità nei confronti di  Dio. E una volta libero, al punto di pagare talvolta con il peccato  tale libertà, il cristiano prende coscienza che è responsabile di sé e  del suo mondo, e che la sua libertà va orientata nell’impegno ad  amare e donare la vita per amore. Il credente è chiamato a  testimoniare la sua fede soprattutto con il suo agire, prima ancora  che con le sue parole. Una fede che deve illuminare le scelte  concrete della vita.  

Gesù, mio Signore, sono proprio terribili questi farisei, spiano te e i  tuoi amici e ti gettano addosso le mancanze contro la legge.  Avevano gonfiato loro la legge semplice e chiara di tuo Padre con  un numero assurdo di precetti strani. Ma avevano dimenticato le  intenzioni del cuore. Gesù donami un cuore semplice e puro che  desideri sempre essere con te e per te. 

  

don Francesco, vostro parroco