Riconoscerti Dio, per come ti presenti (Lc 4,21-30)
Sei troppo ordinario Dio di Gesù Cristo per ripresentarti nel Figlio del Falegname? Lo eri e lo sei, troppo ordinario, troppo fuori schema per essere Dio. E ti ostini a non fare miracoli che chiediamo, che hai fatto in altri luoghi ma non qui da noi. Anzi provochi la già piccola fede che abbiamo ricordandoci che Dio Padre per mezzo degli antichi profeti faceva miracoli per i pagani e stranieri – la vedova di Zarepta di Sidone, Naaman il siro – e non per gli Israeliti, duri di cuore.
Non ci piace Gesù, oggi come ieri, che tu non corrisponda all’immagine che ci siamo costruiti di te, non ti riduca a soddisfare i nostri bisogni, le nostre attese. Non ci piace che tu rientri negli schemi della religiosità umana in genere che esprime a volte il bisogno di salvezza in maniera quasi magica tanto lontana a quel cammino di fede nel quale Gesù vuole introdurci.
Quante cose non ci piacciono di te Gesù, fa’ che non arriviamo a volerci disfare di te, come han voluto fare i tuoi compaesani, gettandoti dal ciglio del monte. Tu in quel rifiuto ti sei aperto una strada controcorrente, passando in mezzo a loro; questo continui a farlo e meno male per riformarci, convertirci, riportarci alla volontà del Padre che passa per la semplicità, la modestia, l’umiltà, la quotidianità. Li ci chiami a seguirti, dove c’è quella carità che è dono di sé che Tu hai vissuto fino in fondo.
Sia questa allora Signore la nostra preghiera, non la richiesta di miracoli: aiutaci a ripercorrere come meglio possiamo, senza presunzione, quella carità vissuta dell’inno all’Amore della 2° lettura di oggi (1Cor 12,31-13,13).
don Ferruccio Furlan V