EPIFANIA DEL SIGNORE: Rivestiti e rispediti nella sua luce (Mt 2,1-12)

La solennità dell’Epifania (=manifestazione), oltre a farmi sentire vicino ai fratelli ortodossi che qui loro festeggiano il Natale, stimola in me una domanda: come il Dio-uomo si manifesta nella mia vita?Il racconto che ci fa Matteo è quello di un tempo abitato dalla paura, dalla forza di un potere bruto, di una insicurezza sociale, in cui però c’è una luce, la nascita del Messia promesso: “Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni magi vennero da oriente a Gerusalemme”. Se Gesù è nato in un contesto così disastrato, all’interno della storia della Salvezza che forse può essere così anche oggi. Che i nostri i tempi e la nostra storia siano difficili all’interno del passaggio epocale che viviamo, pur all’interno delle nostre sensibilità personali più o meno pessimiste od ottimiste, non c’è dubbio. Che Gesù Cristo, nell’ottica della fede, stando alla sua promessa cammina con noi (“Io sarò con voi tutti i giorni, fino alla fine dei tempi”), pure. Sta a vedere se noi camminiamo con Lui, o stando ai Magi, che nella Epifania di Gesù, emergono nel presepe, siamo un po’ come loro. I Magi al di là della tradizione consueta non sono tre, nè tantomeno re. Nel termine Magi si intende lo scienziato, il ricercatore, il sapiente fino al possibile ciarlatano, i quali sono l’immagine di chi, ancor oggi, per un motivo o per l’altro cercano di avvicinarsi alla Sapienza del Dio-uomo, nato a Betlemme. Sono disposto a lasciarmi toccare e cambiare da questa presenza di Luce di Gesù Cristo? Riprendo la domanda iniziale: questa nascita, questa presenza va ricercata fuori di me, in un’antica cartina geografica, o dentro al mio cuore? “Dov’è colui che è nato, il re dei giudei, abbiamo visto spuntare la sua Stella e siamo venuti ad adorarlo(Mt 2,2). Cito papa Benedetto che riprende un autore russo del ‘900 nel suo testamento spirituale rivolto ai figli: “Osservate più spesso le stelle. Quando avrete un peso nell’animo, guardate le stelle o l’azzurro del cielo.  Quando vi sentirete tristi, quando vi offenderanno, … intrattenetevi … col cielo. Allora la vostra anima troverà la quiete” (P. Florenskij, sienziato, filosofo, teologo, padre di famiglia, sacerdote ortodosso, prigioniero e martire in un gulag sovietico). Guardare i lumi che costellano il firmamento scuro della notte non è un pio esercizio per credenti esperti di realtà divine, ma un’opportunità rivolta a tutti. La ricerca, il vedere, l’adorare li ha portati a credere a vivere una grandissima gioia che li riporterà a Casa per un’altra strada, diversi, abitati dal Dio-uomo. Anche per noi rimane aperto il cammino di vita e di fede.

Buona Epifania.

Don Ferruccio Furlan