4 Domenica di Quaresima: 11 marzo 2018

 

“Dio non ha mandato il Figlio nl mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui” (Gv 3,17)

 

C’è dolore nel mondo e la storia è soprattutto un percorso di sconfitte. Ma è possibile lanciare la sfida: l’uomo cerca un futuro alla sua sofferenza. Nicodemo, in quella notte, chiede la strada al Maestro, che gli offre il sentiero: “Chi fa la verità viene verso la luce” (Gv 3,21),

C’è una via d’uscita al dolore, c’è una comprensione del vissuto, al di là della materia, che non riduce ogni cosa alla decomposizione. Malgrado tutti i limiti possibili legati alla vita e alla morte, il credente grida: “Io resterò”. Questo è il futuro.

Se c’è questa certezza, l’orizzonte della vita si apre ad una nuova verità. In forza di quella luce la fede diventa annuncio ottimistico, gioia incontenibile: io resterò, sopravvivrò, resusciterò. Un annuncio formidabile che imprime coraggio    anche nei giorni di tenebra e dà il sorriso nella tristezza, allarga gli orizzonti del domani perché vince la prigionia del tempo. Seguire il raggio di luce annunciato da Gesù, la sua promessa di liberazione, è come seguire un sentiero luminoso.

Molti pensano di onorare Dio più per paura della condanna che per amore di quella luce. Il cristiano sa che la sua forza è la misericordia di Dio.

Don Walter, vostro parroco.